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Pandemia Sars-Cov-2

Arriva il Decreto: docenti no-vax ancora mobbizzati!

27 Marzo 2022 by FronteAmpio.it Lascia un commento

scuole-chiuse-covid

E’ scaduto l’illegale “stato di emergenza”, i tribunali in più occasioni hanno dichiarato incostituzionale la sospensione dal lavoro, ma il regime, per contentare la “folla” come la chiamava Gustave Le Bon, prosegue nel mobbizzare i docenti no-vax.

Col Decreto Legge n. 24 del 24 marzo 2022, il cosiddetto decreto “riaperture”, il regime al potere in Italia si è superato in quanto a illogicità delle “regole” per il cosiddetto “superamento dello stato di emergenza sanitaria”.

Mario Draghi, il portavoce di questo regime, sicuramente anche grazie al fattivo contributo dei fidi Brunetta e Speranza, è riuscito a scontentare tutti.

Il Decreto Legge n. 24: ancora una norma contro i docenti no-vax

Sicuramente il Decreto Legge n. 24 scontenta i docenti da mesi sospesi da lavoro e stipendio per il mancato adempimento dell’incostituzionale obbligo vaccinale.

Il giorno primo aprile potranno rientrare sul luogo di lavoro e tornare a percepire lo stipendio, ma a che prezzo?

Eccolo:

  • tornando a essere sottoposti alla tortura del “tampone” ogni 48 ore;
  • senza poter avere “contatto con gli alunni”, ovvero impediti a svolgere l’attività lavorativa scelta partecipando a un concorso o comunque a un bando pubblico;
  • emarginati e mobbizzati, rinchiusi in una stanzetta o in uno sgabuzzino, senza un compito preciso per trascorrere il tempo sino al suono della “campanella”;
  • multati persino di 100 euro, anche se non cinquantenni, per il mancato adempimento della vaccinazione.

Infatti il Decreto Legge n. 24 ribadisce che « la vaccinazione costituisce requisito essenziale per lo svolgimento delle attività didattiche a contatto con gli alunni ».

Tuttavia, i docenti « fino al 30 aprile 2022, per l’accesso ai luoghi di lavoro, devono possedere e, su richiesta, esibire una delle certificazioni verdi COVID-19 da vaccinazione, guarigione o test, cosiddetto green pass base ».

Appare del tutto illogico che docenti sani, e certificati sani pure da un tampone negativo, non possano svolgere la propria prestazione!

Il Decreto Legge n. 24 scontenta pure presidi e colleghi docenti

Scontenti tuttavia anche i dirigenti scolastici, responsabilizzati nel:

  • dover individuare un locale idoneo ove i docenti dovrebbero lavorare,
  • e dei compiti inesistenti da affidare loro,
  • e, nel contempo, delle misure non sanitarie per proteggere i non vaccinati dal contagio del virus all’intero dei locali di lavoro.

Il testo del Decreto Legge n. 24, infatti, affida loro il compito di « utilizzare il docente inadempiente in attività di supporto alla istituzione scolastica », attività tutte da inventare specie nelle condizioni date.

Scontenti, infine, i colleghi vaccinati che vedranno decurtato di complessivi 30 milioni di euro i fondi destinati al rinnovo contrattuale e alle premialità.

Infatti, il Decreto Legge n. 24 calcola in « euro 29.207.391 per l’anno 2022 » il corrispettivo a carico dello stato degli stipendi doppi, da pagare cioè tanto ai docenti sostituti quanto agli appena residui 3.812 colleghi rientranti in servizio, ma non vaccinati e non utilizzabili in classe secondo il regime.

Le disposizioni non stabiliscono, infine, nulla per il personale ATA, amministrativi e collaboratori scolastici. Torneranno a svolgere, essi, invece, il proprio vecchio compito previo licenziamento dei loro sostituti?

La stampa del regime attacca e bullizza i docenti no-vax

Nel frattempo, per continuare a bullizzare questi 3.812 docenti, i mezzi di propaganda del regime non perdono occasione di rilanciare dichiarazioni infamanti.

Prima fra tutte quella del presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli che afferma: « gli si paga lo stipendio per non lavorare » [1]. Non sono certo i docenti a non voler lavorare! Tutt’altro: gli viene impedito! E, in ogni caso, se non lavoreranno è colpa della sua impacacità di individuare e affidare un compito.

Segue la dichiarazione di Lucia Azzolina, preside, grillina ed ex ministra della pubblica istruzione. Questa bolla, giustamente, come una « assurdità » la norma, ma poi gioca indegnamente al mettere l’uno contro l’altro i docenti, vaccinati e non: i non vaccinati, per la Azzolina, sarebbero pagati « con i soldi del fondo che dovrebbe servire ad aumentare lo stipendio dei docenti » [2].

Anche la Rai, col suo televideo rincara la dose.

Nulla di buono, ci si aspetta per il prossimo anno scolastico.

–

Fonti e Note:

[1] ANSA, 26 marzo 2022, “Presidi, mansioni per i prof no vax inesistenti: ‘Pagati per non lavorare‘”.

[2] Open, 26 marzo 2022, “Docenti no vax a scuola? I presidi protestano: «Li pagheremo per non lavorare»”.

Archiviato in:Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: Covid-19, scuola, Vaccino

Che fine ha fatto il Decreto sul “superamento emergenza”?

24 Marzo 2022 by FronteAmpio.it Lascia un commento

Mario_Draghi

Sono passati sette giorni dalla conferenza stampa del capo del regime Mario Draghi sul “superamento emergenza” post pandemia Covid-19 e del “ritorno alla normalità”. Tuttavia, ancora il Decreto Legge annunciato per approvato non è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Nell’era digitale, forse, Draghi crede che un semplice pubblico annuncio da un palazzo o da un balcone affinché la sua parole abbiano valore di legge.

Superamento emergenza: Decreto ai box, mascherine Sì o No?

O forse il testo “approvato” dal Consiglio dei Ministri n. 67 [1] bisogna di “rettifiche tecniche”,

  • richieste dell’ufficio giuridico e costituzionale del presidente della repubblica Sergio Mattarella [2],
  • oppure richieste dalla situazione epidemiologica in leggero peggioramento negli ultimi giorni.

« Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, [ha] avvertito che le mascherine al chiuso andrebbero tenute “almeno fino a giugno”: […] è probabile che una risalita dei contagi ci sarà”, con un picco “prevedibile tra giugno e luglio” », ci ha fatto sapere infatti ieri un canale Mediaset [3].

Un “suggerimento”, quello di Ricciardi, in palese contrasto colla dichiarazione del sottosegretario Andrea Costa del 18 marzo riportata su Twitter dall’account della trasmissione “Un giorno da pecora”: « dal primo maggio confermo abolizione mascherine al chiuso, ma sono sicuro che tanti italiani continueranno a portarla ».

#ugdp @CostaAndrea70 dal primo maggio confermo abolizione mascherine al chiuso, ma sono sicuro che tanti italiani continueranno a portarla#covid #pandemia

— Un Giorno da Pecora (@1giornodapecora) March 18, 2022

Andrea Costa: dobbiamo completare somministrazione 3a dose

La preoccupazione del regime sembra sia quella di costringere i doppio vaccinati alla terza dose.

Ad oggi, infatti, si sono fatti iniettare il “booster” ovvero la dose addizionale, solo 38.573.774 dei 49.332.269 soggetti vaccinati almeno con una dose ( 91,34% della popolazione over 12 ). All’appello, mancano più di 10 milioni di italiani. Molti di essi, vaccinati solo sotto il ricatto dei “certificati verdi digitali” e oggi pentiti, li stanno facendo scadere senza sottoporsi alla terza dose convinti dell’accantonamento a breve del “green pass”.

A confermare la preoccupazione del regime, ieri, è giunto un tweet del sottosegretario Andrea Costa: « Dobbiamo completare somministrazione della 3a dose per essere protetti da conseguenze gravi della malattia ».

Con fine stato d'emergenza non finisce pandemia. Dobbiamo completare somministrazione della 3a dose per essere protetti da conseguenze gravi della malattia. Però guardiamo alle prossime settimane con prudenza responsabilità ma anche con fiduciahttps://t.co/vxd22NqqD7

— Andrea Costa (@CostaAndrea70) March 23, 2022

Che Draghi, dunque, voglia tornare sui propri passi?

Forse.

Il presidente del consiglio, tuttavia, perderebbe la sua residua scarsa credibilità e rischierebbe di trovarsi contro la Corte Costituzionale che, a breve, esaminerà la legittimità dell’obbligo vaccinale anti-Covid 19 per lavorare.

–

Fonti e Note:

[1] Governo, 17 marzo 2022, “Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 67”.

[2] Quirinale, “Competenze uffici”.

[3] Tgcom24, 23 marzo 2022, “Covid, Speranza: “La pandemia non è finita, bisogna tenere le mascherine al chiuso””.

Archiviato in:Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: Andrea Costa, Covid-19, Salute, Vaccino

ISS, Covid: tanti vaccinati in “intensiva” (56%) e morti (65%)

9 Marzo 2022 by FronteAmpio.it Lascia un commento

decessi-covid

Da due settimane la propaganda del regime, tramite i mezzi di comunicazione di massa, a sostegno delle vaccinazioni anti Covid, promossa dal consueto terrorismo informativo è cessata per fare spazio alla propaganda bellicista anti-Russia.

In verità il regime ha sempre più difficoltà nel manipolare i dati per sostenere la propria tesi.

Sono stati, infatti, appena pubblicati i nuovi dati da parte dell’Istituto Superiore di Sanità [1].

L’ente stesso ammette che, dalla lettura dei dei dati ufficiali, appare che « il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile, se non maggiore, tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati ».

Terapia Intensiva: Tra i malati Covid che le occupano, il 56% sono vaccinati

In effetti, secondo i dati dell’ISS, sono “solo” 11.144 i non vaccinati ospedalizzati nel periodo 14 gennaio – 13 febbraio 2022 e sono “solo” 941 i non vaccinati che occupano i posti di terapia intensiva tanto cari alla propaganda anti-novax.

Al contrario, secondo la stessa fonte ufficiale, sono 25.378 i vaccinati ( con una o più dosi ) ospedalizzati nel medesimo periodo e, tra questi, 1.188 i vaccinati che occupano i posti di terapia intensiva.

L’Istituto Superiore di Sanità s’affretta a spiegare che si tratta dell’effetto da esso battezzato “paradosso”, cioè dovuto al fatto che i vaccinati sono 8-9 volte numericamente di più rispetto alla minima parte di popolazione non vaccinata.

Spiegazione debole quando, contemporaneamente, in “tabella 6” del report, si afferma che l’efficacia vaccinale rispetto alla diagnosi dell’infezione giunge addirittura fino al 78,5% negli over 80 trivaccinati ( per poi crollare fino ad appena al 36,5% nella fascia 12-29 anni ).

ISS: il 65% dei decessi da Covid colpisce i vaccinati

La relazione ci condivide anche il dato dei decessi, in questo caso relativi al periodo 7 gennaio – 6 febbraio 2022. Sono 3.198 tra i non vaccinati morti per/con Covid e 5.838 tra i variamente vaccinati.

A scanso di equivoci e di risolini: nei periodi già indicati, 533 sono erano i soggetti in terapia intensiva trivaccinati, e 2.677 sono i soggetti deceduti per Covid benché sempre trivaccinati ! Risalta il fatto che i trivaccinati muoiano senza neanche passare dalla terapia intensiva!

Di positivo, tra i dati forniti dall’istituto Superiore di Sanità (ISS) il fatto che « in Italia il 31 gennaio 2022 la variante Omicron era predominante, con una prevalenza stimata del 99,1% » nonché che « la percentuale di casi segnalati con stato clinico iniziale asintomatico è pari circa al 69% ». Insomma i contagi vengono scoperti spesso in maniera casuale ( tamponi ) al primo stadio e quindi l’eventuale peggioramento dell’ammalato viene prevenuto dalle terapie domiciliari precoci ( quelle che il Ministero della Sanità non riconosce ma che invece, grazie ai Social, oramai sono diffusissime ).

L’Istituto Superiore di Sanità spinge la vaccinazione agli under 19

Il rapporto dedica un’ampia attenzione ai soggetti della fascia scolare, spesso non vaccinati quindi: « dalla seconda decade di gennaio stabile al 29% la percentuale dei casi segnalati nella popolazione in età scolare rispetto al resto della popolazione ». Sono loro i “diffusori”, gli “untori”, sembra dire.

Un modo per spingere la politica verso un’obbligo vaccinale dei più piccoli pur se questo è totalmente inutile per loro stessi ( 49 decessi e 344 ricoveri in terapia intensiva da inizio pandemia, di cui 14 decessi e 71 intesive nella fascia 5-11 anni ) che risultano indietro nelle vaccinazioni ( solo circa il 31% hanno completano il ciclo vaccinale delle due dosi ).

In verità essi stessi sembrano smentirsi. Analizzando la “tabella 4B“, infatti, si rileva che sono 4.544 i contagiati nella fascia 12-39 anni su un totale di 36.522. La fascia 12-39 anni, cioè, rappresenta appena il 12,44%. E’ lecito immaginare che la fascia 12-19 possa rappresentare, al più, il 4-5% dei contagi.

Reinfezioni: donne e giovani più a rischio di contagio

La relazione riporta altri interessanti dati.

Primo tra tutti quello delle reinfezioni: « dal 24 agosto 2021 al 2 marzo 2022 sono stati segnalati 241.753 casi di reinfezione, pari a 3% del totale dei casi notificati ». Effetto dovuto, scrive ISS, dalla « diffusione della variante Omicron ». Noi riteniamo sottostimato questo dato.

Appare altresì interessante sapere che il maggiore rischio di reinfezione avviene « nelle femmine rispetto ai maschi ». L’ISS spiega che ciò sia dovuto « alla maggior presenza di donne in ambito scolastico (>80%) » e alla « funzione di caregiver in ambito famigliare ».

Inoltre la reinfezione avviene più spesso « nelle fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni) », verosimilmente « è attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio ». In poche parole, col greenpass in mano i più giovani hanno maggiore vita sociale ( bar, ristoranti, palestre, etc ) e quindi comportamenti a rischio.

I dati ISS bocciano validità sanitaria del greenpass

Dati, presi nel loro assieme, che certificano il fallimento del “certificato verde” e della necessità, invece, di prevedere strutturali decisioni di prevenzione igienica: riduzione degli assembramenti al chiuso, ovvero del numero di soggetti contemporaneamente presenti in bar, ristoranti, palestre, etc. nonché dell’obbligatoria previsione di sistemi di rilevazione dell’aria viziata ( rilevatori C02 che allarmino al superamento del limite di 900-1000 come ci sono all’estero e si vendono a meno di 100 cento su Amazon ) e di ventilazione ( obbligo di finestre/porte aperte, aspiratori etc ).

Erano queste le misure da prendere sin dall’inizio. Si è preferita la via di stracciare la Costituzione e quella di accusare i non vaccinati. L’esito? I 300 morti ogni giorno che continuano a risultare in media.

–

Fonti e Note:

[1] Istituto Superiore di Sanità, 4 marzo 2022, “Report esteso iss covid-19: sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale – aggiornamento del 2 marzo 2022”. ( scarica qui il PDF del ” Rapporto ISS del 2 marzo 2022 ” ).

Archiviato in:Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: Covid-19, Istituto Superiore di Sanità

All’Aifa denunciati 758 decessi dopo il vaccino Covid

28 Febbraio 2022 by FronteAmpio.it Lascia un commento

aifa

Il rapporto dell’AIFA, pubblicato lo scorso 9 febbraio 2022, dopo tre mesi di oscuramento dei dati sull’andamento degli effetti avversi connessi alla “vaccinazione” anti Covid, non può omettere di rivelare la presenza di « 758 segnalazioni gravi che riportano l’esito di “decesso” ».

Naturalmente l’AIFA, l’agenzia italiana del farmaco, prova subito a sminuire il dato: si tratta appena di « 0,7 eventi con esito fatale segnalati ogni 100.000 dosi somministrate », scrive!

Il calcolo della percentuale infausta sulle dosi e non sui soggetti è un’altra furberia per sminuire la gravità di questa informazione.

Per sgombrare il campo dalle aspettative del lettore, precisiamo che tale rapporto inizia così: « I vaccini per il COVID-19 rappresentano una delle armi più efficaci per il contenimento della pandemia ». Viene da domandarsi sulla credibilità e terziarità che un rapporto sulla sicurezza della terapia antivirale può avere con questa premessa.

L’AIFA ammette 22 decessi certamente correlati e altri 175 temporalmente compatibili con la “vaccinazione” anti Covid

Poi comunque, dopo aver ammesso di avere sinora studiato solo circa il 75% dei casi denunciati, rivela che ne « sono risultati correlabili 22 (3,8%) ». Ammette pure, l’AIFA, che in 175 casi, ovvero « il 30,2% (dei casi esaminati, NdR) la valutazione fornisce esito “indeterminato” ».

Nel criptico linguaggio burocratico, ciò vuol dire: « l’associazione temporale è compatibile, ma le prove non sono sufficienti a supportare un nesso di causalità ». Insomma, il decesso è avvenuto pochi minuti o ore dopo l’inoculazione del farmaco, ma non ci sono prove che non sia una sfortunata coincidenza.

Curiosa la circostanza che la decriptazione di tale termine non avvenga nel “Rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini anti-COVID-19 ( 27/12/2020 – 26/12/2021 )” ma solo nei rapporti mensili la cui pubblicazione è cessata per un caso sconosciuto lo scorso settembre 2021.

Nei soggetti che già soffrivano di altre patologie, l’AIFA giustifica spesso gli effetti fatali con « eventi avversi sistemici correlabili alla vaccinazione (iperpiressia, vomito), che hanno innescato uno scompenso delle condizioni cliniche fino al decesso ». Insomma il vaccino non uccide, al più da una “spinta gentile” verso la tomba a chi già è sofferente di suo ma, magari, avrebbe vissuto per anni ed anni ancora.

Invece, aggiunge, « i casi osservati in soggetti sani sono per lo più ascrivibili a eventi avversi gravi molto rari, come le reazioni anafilattiche e la trombocitopenia e trombosi immuno-mediata indotta da vaccino ».

Il rapporto AIFA poco credibile: tenta solo assicurare sicurezza

Ci saremmo aspettati che, per questi casi 22 correlabili e per gli altri 175 “sospetti” causa“nesso temporale”, l’AIFA avesse fornito un maggior numero di dettagli di circostanze.

Ma la nostra ingenuità cozza con la “serietà” dell’Ente governativo che corrisponde al nome di AIFA.

Il rapporto AIFA, infatti, dedica le sue 110 pagine solo a ribadire che il “vaccino”, quale esso sia, è sicuro. Tenta di “smontare” ogni dubbio su rischi connessi a gravidanza, allattamento, miocarditi, trombosi, ecc.

La sostanza è: dopo il vaccino ci sono casi avversi, anche gravi? Qualcuno è morto? Non c’è correlazione, ovvero, statisticamente, erano casi che sarebbero accaduti anche se il soggetto non si fosse vaccinato.

–

Fonti e Note:

[1] Scarica da qui il PDF integrale dell’AIFA, “ Rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini anti-COVID-19 ( 27/12/2020 – 26/12/2021 ) ”.

Archiviato in:Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: AIFA, vaccinazione

Consiglio d’Europa: la vaccinazione sia obbligatoria per tutti!

29 Gennaio 2022 by FronteAmpio.it Lascia un commento

Dopo oltre due anni dallo scoppio della pandemia da coronavirus Sars-cov-2, nonostante che « quasi 10 miliardi di dosi di vaccino sono state somministrate fino ad oggi », non è giunto il momento di mettere il ripristino dei diritti umani nell’agenda politica nazionale ed europea.

Lo ha affermato, in una propria Risoluzione, la n. 2424 del 27 gennaio 2022 [ scaricala in EN alla nota 1 ], il Consiglio d’Europa, uno dei diversi pletorici organismi europei nel quale fanno parte ben 47 Paesi tra cui perfino la Russia, la Turchia, l’Armenia, la Georgia e l’Azerbaigian.

Secondo la maggioranza dei membri di questo parlamentino « la diffusione e il livello di accettazione dei vaccini nel mondo è lungi dall’essere equo o sufficiente [ dato che ], nella regione europea, il 57% delle persone è completamente immunizzato, ma solo il 7% nella regione africana ».

I delegati dei 47 Paesi sostengono che il parziale flop della “vaccinazione di massa” planetaria sia dovuto « alla diffusa disinformazione e sfiducia nei vaccini in tutti i paesi ».

Pertanto l’Organismo ha deliberato di emanare delle “raccomandazioni” per « sconfiggere il covid-19 una volta per tutte ».

83 voti a 13, il Consiglio d’Europa sceglie i farmaci come unica forma di risposta alle pandemie

Giovedì scorso, assenti i 18 rappresentanti dell’Italia impegnati a Roma nell’elezione del presidente della repubblica, con 83 voti favorevoli, 13 contrari [ vedi chi alla nota 2 ] e 10 astenuti, è stata quindi approvata la necessaria Risoluzione.

La soluzione principe – seguendo la linea dettata dalla presidente della Commissione Europea Ursula van Leyen – è sempre la stessa: « proteggere le persone altamente vulnerabili dall’infezione, anche legiferando la vaccinazione obbligatoria per gli operatori sanitari e sociali a contatto con loro ».

Oppure, ancor meglio, « legiferare sull’immunizzazione obbligatoria per gruppi specifici o per l’intera popolazione ».

Resterebbero esclusi dall’obbligo però, secondo i componenti del Consiglio d’Europa, « le persone che non possono essere vaccinate per ragioni mediche o i bambini [ questi ultimi almeno ] finché non siano state garantite la piena sicurezza [ evidentemente oggi non c’è, NdR ] ed efficacia di tutti i vaccini offerti ai bambini ».

Ovviamente si sono levate delle voci dissonanti rispetto a questa raccomandazione, sia da sinistra – vedi il discorso della slovena Violeta Tomic – e sia da destra – qui l’intervento del tedesco Norbert Kleinwaechter -.

Insomma, per la maggioranza ubbidiente, il ricorso ai farmaci ( il “vaccino” Pfizer o quello Moderna, ovvero agli antivirali Pfizer o Merck ) è l’unica forma di prevenzione o di risposta possibile alle crisi sanitarie. Appena un accenno a « incoraggiare il telelavoro [ ma solo ] dove possibile e necessario » oppure alla « adeguata ventilazione delle scuole, dei servizi sanitari e sociali e degli edifici pubblici ».

Bontà sua, il Consiglio propone comunque di « fornire supporto » a favore di coloro che dovessero subire dei dimostrati effetti collaterali avversi, anche fatali, dall’inoculazione obbligatoria dei farmaci sperimentali.

Per il Consiglio d’Europa il nemico non è il virus ma l’informazione indipendente dal regime

L’Organismo ha comunque ben chiaro ben chiaro chi sia il nemico: non certo i virus, bensì l’informazione non allineata! Occorrerà, quindi, « lavorare con le piattaforme di Social Media e regolamentarle per prevenire [ censurare, NdR ] la diffusione della disinformazione ».

Contemporaneamente, occorrerà « progettare e implementare strategie [ propaganda e manipolazione delle menti, NdR ] appropriate per promuovere l’accettazione del vaccino ».

Per il Consiglio d'Europa il nemico non è il virus ma l'informazione indipendente dal regime Condividi il Tweet

Il Consiglio d’Europa avverte: in arrivo altre minacce per la salute

La Risoluzione del Consiglio d’Europa si conclude in ogni caso con una pessimistica visione del futuro: « la pandemia di covid-19 è lungi dall’essere finita ed è improbabile che sia l’ultima crisi sanitaria di questo tipo […] altre minacce alla salute che potrebbero emergere nel prossimo futuro ».

Per tale motivo, si auspica che, a breve, si realizzi « un accordo internazionale » per fornire “pieni poteri” all’Organizzazione Mondiale della Sanità e così rafforzare « la [ futura ] prevenzione e risposta alle pandemie »

–.

Fonti e Note:

[1] Parlamento del Consiglio d’Europa, Risoluzione 2424 del 27 gennaio 2022 [ qui il PDF in EN della Risoluzione Consiglio d'Europa n. 2424 / 2022 ].

[2] Hanno votato contro la Risoluzione:

  • due dei rappresentanti svizzeri ( Roland Rino Buchel e Hannes Germann del gruppo dell’ALDE ),
  • entrambi i rappresentanti dell’Azerbaigian ( la signora Nigar Arpadarai ed Erpin Gadirli, gruppo EC/DA ),
  • due ucraiani ( Rustem Umerov dell’ALDE e Oleksii Goncharenko dell’EC/DA ),
  • l’austriaco Martin Graf ( EC/DA ),
  • il lettone Arminas Lideka ( ALDE ),
  • i tedeschi Nicole Hochst e Norbert Kleinwachter ( EC/DA ),
  • il belga Bob de Brabandere ( EC/DA ),
  • l’olandese Bob van Parerem ( EC/DA ),
  • e, infine, la slovena Violeta TOMIC ( UEL ).

Premesso che tutti questi gruppi si sono spaccati al proprio seno. Possiamo semplificare che l’EC/DA è una formazione di destra, l’ALDE liberale, l’EPP/CD è una formazione moderata, l’UEL di sinistra.

Hanno invece pienamente appoggiato la Risoluzione i socialisti ( PS ).

Archiviato in:Dal Parlamento, Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: Consiglio d'Europa, Covid-19, Vaccino

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No al green pass della vergogna!

Petizione contro il "green pass della vergogna" indirizzata ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati.

Sì, firmo ora!
440 firme

No al green pass della vergogna

Ai Sigg. Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera

Sig.ra/Sig. Presidente,

da oltre un anno e mezzo il popolo italiano subisce limitazioni radicali a diritti e libertà considerate fondamentali dalla Costituzione, dalla Cedu e dalla Dichiarazioni dei diritti fondamentali dell’uomo.

Se accettiamo che i principi fondamentali dello Stato di diritto possano essere sospesi oggi, in nome della gestione della pandemia, dobbiamo sapere che stiamo consegnando al futuro la possibilità di prendere direzioni diverse dalla democrazia in nome di qualsiasi altra minaccia che dovesse presentarsi, di origine umana o naturale

Il green pass colpisce una categoria di persone che esercita una libertà costituzionalmente garantita [non vaccinarsi], che viene penalizzata in quanto tale, per via di una propria qualità personale, di una propria condizione e di una libera scelta

Il “green pass” della vergogna viola:

  • l’articolo 1 della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione,
  • gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana,
  • l’articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE,
  • l’articolo 2 e 7 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo,
  • l’articolo 14 della Convenzione Europea sui Diritti Umani,
  • l’articolo 10 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea,
  • e, infine, la Risoluzione 2361 del Consiglio d’Europa approvata il 27/01/2021 che, al punto 7.3, vieta ogni forma di discriminazione per chi scelga di non vaccinarsi.

Le ragioni emergenziali non possono essere utilizzate come scudo per sospendere e annullare diritti considerati intangibili dai Padri Costituenti e dalla comunità internazionale

Pertanto, si chiede che l’emergenza sanitaria sia affrontata senza derogare di un passo dal percorso della civiltà del diritto.

**la tua firma**

Questa petizione è chiusa.

Data di scadenza: Sep 10, 2021

Firme raccolte: 440

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