Da esperienza Svezia lezione per gestione Covid-19

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La Svezia si è distinta nella pandemia globale da Covid-19 evitando l’isolamento.

L’opinione pubblica svedese ha sostenuto questa strategia.

In un sondaggio di aprile 2020 dell’agenzia indipendente Novus [1], in particolare, il 64% degli intervistati riteneva che la Svezia stesse affrontando l’epidemia “molto bene” (Mycket bra) o “abbastanza bene” (Ganska bra) e solo il 15%, al contrario, che lo stesse affrontando “molto male” (Mycket dåligt) o “piuttosto male” (Ganska dåligt).

Inoltre, secondo i risultati di un altro sondaggio della Novus [2], l’85% degli svedesi ha “molta” o abbastanza” fiducia nell’assistenza sanitaria (Sjukvården). 76% per l’Agenzia svedese per la sanità pubblica (Folkhälsomyndigheten). Al contrario la loro fiducia è bassa rispettivamente per il 4% e 10% della popolazione. È un livello di supporto incredibilmente alto.

Probabilmente incide sulla fiducia anche l’assenza di martellamento mediatico sull’epidemia.

L’approccio della Svezia all’epidemia da Covid-19

Nel paese scandinavo, le scuole sono state chiuse solo per gli studenti sopra i 16 anni e gli incontri di oltre 50 persone sono stati scoraggiati, ma i bar, i ristoranti e gli altri spazi pubblici sono rimasti aperti. Il 50% degli abitanti di Stoccolma lavora da casa, e sono gli stessi cittadini che si sono auto imposti un distanziamento fisico o una drastica riduzione dei contatti sociali.

Al momento, le raccomandazioni per l’isolamento dei casi si basano solo sui sintomi. I test al Covid-19 sono numericamente piuttosto bassi.

L’approccio svedese, sotto diversi aspetti, specie quelli economici e sociali, è apparso più sostenibile a lungo termine rispetto alle misure più severe adottate da altri paesi.

« La Svezia è sotto processo. Ma la Svezia manterrà la sua posizione ». ha ribadito, ancora lo scorso 22 novembre 2020, Stefan Löfven, il primo ministro svedese [3].

6.000 morti, specie anziani. Mostrano che ci poteva fare meglio

Sicuramente anche la Svezia avrebbe potuto gestire meglio l’emergenza sanitaria. Lo testimonia il numero di morti, che in Svezia è superiore a 6.000.

Tuttavia, le statistiche mostrano che l’89% dei decessi di covid-19 in Svezia è rappresentato da persone di età superiore ai 69 anni. Non si tratta certo di una notizia positiva ma comunque utile a comprendere dove e, forse, come ha sbagliato la strategia svedese, guidata dall’epidemiologo di Stato Anders Tegnell.

Più della metà dei decessi in Svezia sono avvenuti in case di riposo per anziani, qualcosa che Tegnell ha ammesso essere un “fallimento”. L’IVO, l’Ispettorato della sanità e dell’assistenza sociale, ha riferito [4] che il 75% delle lamentele che ha ricevuto dal pubblico e dagli operatori sanitari riguardava la mancanza di dispositivi di protezione come le maschere facciali nelle case di riposo.

Dati ultima settimana, la mortalità rappresenta 1% del casi

Jon Tallinger, specialista in medicina generale e responsabile delle operazioni presso un ospedale di Tranås, ritiene che l’elevato numero di morti in Svezia, in particolare tra gli anziani, abbia meno a che fare con la strategia covid-19 ed è più una conseguenza di decenni di privatizzazione del sistema sanitario.

Il governo, quindi, insiste sul fatto che l’alto numero di morti pro capite in Svezia non può essere attribuito alla mancanza di un lockdown. Le maschere rimangono comunque un punto controverso. A differenza dei suoi vicini, l’autorità sanitaria pubblica svedese è ancora contraria all’uso delle maschere, tranne che negli ospedali dove vengono curati i pazienti covid-19.

Ma ora altri paesi scandinavi seguono esempio: No ai lockdown!

Se dovessimo incontrare di nuovo la stessa malattia, sapendo esattamente quello che sappiamo oggi, penso che ci accontenteremmo di fare qualcosa a metà tra quello che ha fatto la Svezia e quello che ha fatto il resto del mondo“, dichiara Søren Riis Paludan, professore di biomedicina all’Università di Aarhus in Danimarca.

Mentre i Paesi di tutta Europa tornano in isolamento nazionale, nessun Paese nordico ha ancora scelto di farlo. “Sulla base dei dati svedesi, abbiamo imparato che mantenere le scuole aperte non contribuisce a diffondere il virus“, spiega Paludan.

L’approccio svedese ci ha insegnato cosa fare e cosa non fare in altri paesi nordici“, conclude il professor Søren Riis Paludan. “Ora non dobbiamo andare in isolamento [lockdown, NdR], ma sappiamo dove stare più attenti, soprattutto con gli anziani“.

Fonti & Note:

L’intero questo post rappresenta una traduzione, adattamento e sintesi di due articoli di Heba Habib pubblicati sul The BMJ, già “The British Medical Journal”:

  • del 27 novembre 2020 (“Covid-19: What Sweden taught Scandinavia for the second wave”),
  • e del 12 giugno 2020 (“Has Sweden’s controversial covid-19 strategy been successful?”)

[1] Agenzia Novus : Svenskarnas tilltro till Sveriges förmåga att klara Coronakrisen” (In che misura ritieni che la Svezia possa far fronte al coronavirus?). Il sondaggio è stato condotto dal 25 al 27 aprile su un campione di 1.003 interviste tra persone di età 18-79 anni reclutato casualmente in Svezia.

[2] Agenzia Novus : “Om du tänker på hur Corona viruset (covid-19) hanterats så här långt i Sverige. Vilket förtroende har du för följande institutioner och myndigheter vad gäller deras hantering av viruset i Sverige?”, (Se pensi a come è stato gestito finora il virus Corona (covid-19) in Svezia. Che fiducia riponi nelle seguenti istituzioni e autorità riguardo alla gestione del virus in Svezia?”). Il sondaggio è stato condotto dal 30 al 31 marzo su un campione di 1.191 interviste tra persone di età 18-79 anni reclutato casualmente in Svezia.

[3] Fronteampio, 7 dicembre 2020 : “Covid-19, la Svezia s’affida alla responsabilità dei cittadini”.

[4] SVT, 10 maggio 2020. “Hundratals Ivo-anmälningar om brist på skydd” : « La metà degli allarmi Ivo all’interno dell’assistenza agli anziani descrive la mancanza di dispositivi di protezione come il fattore decisivo nella diffusione dell’infezione che diventa così grande, mostra un’indagine SVT. Durante cinque settimane, 16 / 3-22 / 4, sono state ricevute poco più di 300 domande. Un terzo ha sottolineato la mancanza di dispositivi di protezione. 86 riguardavano specificamente le case di cura in cui metà dei denuncianti afferma che la causa sospetta dell’infezione era la mancanza di dispositivi di protezione. 53 denunce riguardavano l’assistenza domiciliare, dove il 75 per cento ha segnalato la mancanza di dispositivi di protezione a contatto con gli anziani ».

Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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11 risposte

  1. Michela ha detto:

    Non siete stati precisi!!!
    Le ultime notizie mi sembrano ben diverse…..

    La Danimarca ha deciso di chiudere scuole medie e superiori, bar, caffè e ristoranti nell’area più colpite dalla seconda ondata di coronavirus, tra cui la capitale Copenhagen. Lo riporta il Guardian. “Il tasso di contagi è troppo alto, la situazione è preoccupante”, ha detto la premier Mette Frederiksen annunciando le nuove misure. Stop anche a cinema, teatri, palestre e biblioteche. A Natale gli incontri dovranno essere limitati a un massimo di dieci persone.

  2. Natale Salvo ha detto:

    La notizia che lei cita è parziale, eccola completa : “Come nella prima ondata di inizio anno, le scuole medie e superiori torneranno all’insegnamento a distanza a partire da mercoledì, quando anche bar, caffè e ristoranti dovranno chiudere per i pasti da consumare, anche se sarà consentito il take-away. Anche le biblioteche, le palestre, i cinema e i teatri dovranno chiudere. La Danimarca ha evitato le chiusure in ottobre e novembre, quando molte altre economie europee hanno chiuso negozi e ristoranti per arginare la diffusione di Covid-19. Le nuove restrizioni saranno in vigore fino al 3 gennaio”. In ogni caso la notizia è di 19 ore fa, delle 16:47 di ieri. Non posso leggere il futuro quando scrivo … In ogni caso, è un “lockdown light” come li chiamiamo ora e limitato a 38 comuni, sia pure grandi (inclusa capitale). FONTE: The Guardian

  3. Bagnoli ha detto:

    Ma di cosa parla? Lei ha visto un film, i dati reali sono ben diversi da quelli che lei ci sta proponendo! Mortalità 10 volte superiore a Norvegia, Finlandia e Danimarca sommate, insieme, terapie intensive piene…non dica cavolate!

  4. Natale Salvo ha detto:

    Gentile sig. Bagnoli, non comprendo perchè lei – e la stampa nazionale – facciate riferimento alla mortalità dei Paesi vicini (che dispongono di Servizi Sanitari pubblici migliori della Svezia; infatti la Svezia ha meno ICU) per fare paragoni. Se nota nel post che cito e linko “quello della favola di esopo“, i dati di Stoccolma – densità, numero abitanti – ben si possono paragonare a Torino. In ogni caso i successi si contano alla lunga, anche sulla base di altri dati (assistenza malattie non covid, depressione, danni ai rapporti sociali, fiducia nel governo e nella sanità pubblica – ed i sondaggi danno loro ragione, etc.). La invito a leggere il discorso del premier svedese dello scorso 22 novembre qui, se non l’ha fatto.

  5. Bagnoli ha detto:

    Gentile sig. Salvo, i dati più recenti di TUTTA la stampa, non solo quella ufficiale, parlano di una situazione estremamente grave che riguarda le terapie intensive e che si commenta da sola. Quanto alla densità di popolazione è solo un dato relativamente importante, i contagi avvengono SOPRATTUTTO in ambienti tipo treni, metro, autobus, locali pubblici/abitazioni private…se in una stanza ci sono 15persone, che la densità della città sia 1000 abitanti/km quadrato o 5000 non fa differenza!

  6. Natale Salvo ha detto:

    Sig. Bagnoli quel che dice TUTTA la stampa (quale?) sui letti ICU della Svezia trova una spiegazione : la Svezia ha pochi letti ICU ( 240 ogni 100.000 abitanti), addirittura meno dell’Italia ( 284 ogni 100.000 abitanti ), contro i 312 della Finlandia, 345 Norvegia, gli addirittura 621 della Germania. In ogni caso sulla stampa svedese non leggo questi allarmismi che riporta TUTTA la stampa che cita lei. Che fosse solo propaganda per contestare la politica del paese scandinavo che ha impostato la politica covid sulla libertà (raccomandazioni) e non sulle imposizioni?
    FONTE: Trading Economics.

  7. EUGENIO ha detto:

    https://www.lastampa.it/esteri/2020/12/10/news/coronavirus-terapie-intensive-al-collasso-a-stoccolma-piene-al-99-1.39643112

    Terapie intensive al collasso !!!
    Preferiscono far morire le persone piuttosto che evitare i contagi???
    Bella mossa davvero…
    Io non vorrei che il mio governo si comportasse così!!!
    Se non hai abbastanza terapie intensive dovresti preoccuparti di evitare al minimo i contagi non di consentire allegramente assembramenti che, invece, li aumentano?
    Mi sembrerebbe una logica intelligente, non crede???

  8. EUGENIO ha detto:

    https://www.thelocal.se/20201209/stockholms-icu-units-reach-99-percent-capacity

    Questo è un giornale svedese, non italiano

    Riporto cosa dice il direttore sanitario:

    ‘Tutti devono seguire le raccomandazioni, non solo’ molti ‘

    “In questo momento, 814 persone stanno combattendo nei nostri ospedali per sopravvivere e riprendersi”, ha detto Eriksson, riferendosi al numero totale di pazienti con Covid-19 in ospedale, non solo alle unità di terapia intensiva.

    “Adesso basta. Non può valere la pena [rischiare un aumento di malattie e morti] bere qualcosa dopo il lavoro, socializzare fuori casa, affollarsi per fare acquisti natalizi, incontrarsi per la fika dell’avvento anche se è quello che vogliamo fare. le conseguenze sono terribili.

    “Quindi ho bisogno di aiuto. Ogni genitore, parla con i tuoi figli – tutti possono soffrire di malattie gravi [da Covid-19] anche se è più comune per le persone anziane o con sintomi sottostanti”, ha detto.

    “Dai una mano non solo dicendo ‘no’ se ricevi un invito a socializzare fuori dalla tua famiglia, ma informa anche la persona che ti ha invitato che è una cattiva idea avere questo tipo di evento”.

    Ha anche esortato coloro che hanno avuto una grave malattia da Covid-19 o che hanno lavorato nel settore sanitario a descrivere la loro esperienza agli altri, per mostrare “che brutta malattia è questa”.

    “Abbiamo bisogno di più persone per capire che bere una birra dopo il lavoro con alcuni colleghi può avere conseguenze disastrose. So che molti stanno lavorando pazientemente per seguire le linee guida e le raccomandazioni. Ma ora dobbiamo assicurarci che non siano solo ‘molti’, ma tutti coloro che seguono le raccomandazioni “, ha esortato Eriksson.

    Ha affermato che l’attuale grave situazione e il recente aumento dei casi di coronavirus che richiedono cure ospedaliere sono direttamente collegati alle azioni delle persone.

    “Questo dimostra che noi abitanti di Stoccolma siamo stati troppo in ambienti affollati e abbiamo avuto troppi contatti al di fuori della famiglia in cui viviamo”, ha detto Eriksson.

  9. Natale Salvo ha detto:

    In merito al “dovresti preoccuparti di evitare al minimo i contagi non di consentire allegramente assembramenti”, in verità la Svezia lo fa ma a modo proprio, in maniera liberale, ovvero con le “raccomandazioni”. Nessuna imposizione. A noi, italiani immaturi, storicamente, vedi “ventennio”, piace qualcuno, un Capo, che ci dice cosa fare. Io credo che il sistema “liberare” sia culturalmente migliore,perchè non ci tratta da handicappati, non nomina un premier o un ministro nostri “Amministratori di Sostegno”.

  10. Natale Salvo ha detto:

    Condivido cosa dice il dott. Eriksson. Ma resta valido l’altro mio commento al tuo : non vogliamo “Amministratori di sostegno”, non siamo disabili. Vanno bene le “raccomandazioni”. Ad esempio io ho comprato le mascherine FFP2 per i miei anziani genitori e spiegato come usare; le uso io stesso sui mezzi pubblici (ovvero treno-aereo; una volta, ora siamo “segregati”), ho pochi contatti sociali ( e dove dovrei andare a parte una passeggiata intorno casa in una città senza servizi culturali?).

  11. Angelo ha detto:

    Invece di fare paragoni tra pere e mele rifletti… La differenza di mortalità con quella degli altri paesi scandinavi è altissima, il numeri dei letti è arrampicarsi sugli specchi.
    le conseguenze di non avere letti di terapia intensiva liberi, ora oltre a non poter essere curati x il covid non possono fare nessun intervento chirurgico o permettersi di avere infarti, ictus o incidenti
    Ps: vivo a londra, anche quà volevano fare la terapia di gregge, fortunatamente era un’idea passeggera

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