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Ti trovi qui: Home / SALUTE / Pandemia Sars-Cov-2 / Il virus dell’onnipotenza e quello della propaganda

Il virus dell’onnipotenza e quello della propaganda

30 Aprile 2020 by Natale Salvo Lascia un commento

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è alla strette. Dopo la deludente conferenza stampa di domenica 26 aprile, è attaccato su tre fronti:

  • esterni = la popolazione;
  • interni = i parlamentari;
  • i giuristi = docenti di materie giuridiche ed avvocati,

Conte sta cercando di salvare la sua poltrona, peraltro conquista per meriti ancora non conosciuti, oltre quelli curriculari. Come un vecchio democristiano, media soluzioni alle richieste di quanti hanno fatto sentire le proprie ragioni e di quanti altri hanno fortemente alzato il tono della voce.

Il premier Conte media sulle messe

Tra questi anche le autorevoli proteste della CEI – la conferenza episcopale italiana – per la mancata calendarizzazione dell’apertura delle chiese.

Ecco che Conte tenta il rimedio riparatore con la corsa verso un protocollo del quale nulla si sa. Sembrerebbe che saranno consentite le messe all’aperto, ma da metà maggio. Tanto emerge da uno stitico comunicato stampa.

Intanto, anche ascoltando il pensiero del ministro degli interni Luciana Lamorgese del tenore « non umanamente sopportabile impedire la celebrazione dei funerali », è stato concesso – bontà loro – il contentino della « presenza soltanto degli stretti congiunti » – 15 al massimo – durante le esequie funebri.

Poi Conte s’inventa i congiunti-amici

Le proteste ed i dubbi (vedi il giornale Internazionale) in ordine alla limitazione di movimento solo verso « congiunti » [1], non meglio precisato, se non come « visita ai parenti », saranno taciute inglobando – sembra – i compagni/e ed i fidanzati/e.

Queste irrituali indicazioni si leggono nelle risposte alle Domande Frequenti presenti sul sito del Governo: le FAQ che oramai hanno raggiunto il rango di legge !

La Costituzione è stata stropicciata, per dirla alla Sabino Cassese

« Non arriverei a dire che il governo calpesta la Costituzione. L'ha un po’ stropicciata », dichiara Sabino Cassere. Condividi il Tweet

Resterebbero i rilievi dei tecnici rispetto allo strumento usato ed abusato, il DPCM, oltre al merito dei provvedimenti.

Sia pure con giri di parole, vengono tacciati di incostituzionalità.

« Non arriverei a dire che il governo calpesta la Costituzione, ma sicuramente l’ha un po’ dimenticata e messa da parte sin dall’inizio. L’ha un po’ stropicciata », dichiara Sabino Cassere – ex presidente della Corte costituzionale – secondo quanto riporta l’agenzia di stampa AGI.

« La Costituzione non contempla un diritto speciale per i tempi eccezionali, e ciò per una scelta consapevole », fa’ da eco Marta Cartabia – attuale presidente della Corte Costituzionale – sempre riportata da AGI.

Ancora riferendoci al giurista Sabino Cassese, il Sussidiario.net riporta questa dichiarazione : « neppure la più terribile delle dittature ha limitato la libertà di andare e venire, di uscire di casa ».

I dubbi dei tecnici, trovano sponda sia tra i politici che tra esperti giornalisti.

« La libertà legittima il governo, non viceversa. Quando succede il contrario, sono tempi bui per tutti » dichiara all’agenzia di stampa ANSA l’ex-premier Matteo Renzi.

Pierluigi Battista, storica firma del Corriere della Sera, si dichiara preoccupato in un’intervista sul blog Dagospia :
« La politica ha ceduto la sovranità a un’oligarchia tecno-sanitaria e noi ci stiamo pericolosamente abituando all’illibertà » e spiega : « La democrazia presuppone che si decida tenendo conto della complessità della società. Ma se affidi le decisioni a gente che vede solo un pezzetto di realtà, ti ritrovi cosi ».
« Da due mesi stiamo vivendo un esperimento sociale disumano » – continua con : « Tanti posti di blocco con i mitra non si videro nemmeno ai tempi del rapimento di Aldo Moro. Non mi piace il drone che presidia la città. Non voglio sacrificare la libertà nel nome della sicurezza ».
La sua conclusione : « Il mio timore è che questa roba resti anche a emergenza finita ».

Conte autorizzato dal Parlamento; il Parlamento può ridare le Libertà

È nei fatti che le misure nazionali, regionali e comunali introdotte per fare fronte all’emergenza Covid-19 ledono, affievoliscono, quasi annullano le libertà e i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione:

  • la libertà di circolazione (Art. 16),
  • la libertà di riunione (Art. 17),
  • il diritto di professare la propria fede religiosa nei luoghi di culto (Art. 19),
  • il diritto allo studio (Artt. 33-34),
  • la libertà di iniziativa economica e di utilizzo della proprietà privata (Artt. 41-42),
  • la libertà di espressione del pensiero (Art.21), e – la libertà personale (Art. 13) e i diritti inalienabili della persona (Art. 2)

Tuttavia, altri sostengono che il Capo del governo sia stato autorizzato con un Decreto Legge, adottato in via d’urgenza, a mettere in campo tutte le misure necessaire a contrastare la diffusione del coronavirus. La conversione del Decreto Legge da parte del Parlamento ha assicurato sufficiente base legale, almeno da un punto di vista formale, alle imposizioni ordinate dal Presidente del Consiglio.

Da leggere:  La pandemia per Luciano Nardozza: da ‘Zona Rossa’ a ‘Rana Bollita’

Il dibattito sulla prosecuzione, o meno, insomma, dei provvedimenti amministrativi (DPCM) del premier Giuseppe Conte non può che essere internizzato nella sua sede naturale : il Parlamento.

Insomma, solo i componenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati sono i soggetti politici abilitati a farci uscire, ove possibile, da questa situazione da stato di emergenza.

Certi sindaci di periferia fanno propaganda sulla salute dei cittadini

Restano quindi qualificati come semplice propaganda populistica gli interventi diffusi sugli organi di stampa, esclusivamente locale, dai sindaci di periferia che, con spericolati voli pindarici, seguendo l’umore della piazza, saltano dal carro del sindaco-sceriffo a quello del tutore degli interessi di settori economici che sostanzialmente sono preziosi voti per la agognata scalata politica.

Quindi, coloro che :

  • ieri invocavano droni e blocchi navali o minacciavano « barba, capelli e shampoo » ovvero di fare « novi-novi » gli scimuniti che su muovevano nel proprio quartiere,
  • oggi invocano il blocco delle misure di contenimento del contagio.

Coloro che – intervistati davanti alle Chiese mentre agitano vistosamente i guanti monouso di protezione personale – :

  • ieri, il 18 marzo, chiedevano il rispetto delle restrizioni imposte dal Governo soprattutto per « non andare al cimitero con i piedi in avanti » (trad.: morti),
  • oggi, il 27 aprile, cercano gli intervistatori per chiedere la tutela dei più rilevanti interessi economici.

Così troviamo sindaci che “scrivono” al premier Conte, come il famoso sindaco dello Stretto sCateno De Luca ( « A Conte dico che non ci stiamo. Non accetto il Dpcm entrato in vigore con queste scadenze scriteriate », scrive il 27 aprile ) e altri sindaci, gente anonima nel panorama politico che va oltre la diffusione della tivù locale, quale ad esempio è quello di Torre Ligny, che addirittura minacciano azioni giudiziarie contro l’ultimo, in ordine di tempo, DPCM del premier Conte.

Semplice propaganda per il popolo bue, verrebbe da dire.
Che tipo di azione giudiziaria ?

Amministrativa presso il TAR del Lazio, per un DPCM di breve durata o di prossima scadenza per limiti temporali ?
I suoi avvocati non faranno neppure in tempo a scrivere il ricorso !

Oppure vorrebbe incardinare una Causa Civile per danni ? Ha già fatto quantificare il quantum dai suoi uffici ?

Coi tempi che occorrono alla Giustizia per arrivare alla sentenza di primo grado, chissà in quale altro comune di troverà ad esercitare il mestiere di sindaco, il citato mestierante. Magari a Buseto Palizzolo, oppure a Misiliscemi ?

Resta l’ipotesi della solita querela oppure della denuncia penale con l’accusa di abuso d’ufficio ?

Un reato perseguibile solo in presenza di utilità per chi lo commette.
Quale sarebbe l’utile accertato che ne ha ricavato Conte dal tenere gli italiani ristretti ai domiciliari e/o con le serrande dei negozi abbassate ?

Se un tale inutile atto sarà mai scritto e depositato, quale sarà la spesa a carico dei cittadini [2] ?

I cittadini scimuniti resteranno tali?

Sorge spontanea la domanda: Lui davvero si auto-convinto che la gente, se per una volta è stata scimunita a votarlo, continui ad abboccare o ammuccare (inghiottire) ogni sua dichiarazione ?

È fantasioso ipotizzare che la gente non apra gli occhi e non comprenda che si tratta di presa per i fondelli ?

Perché costui ha una così scarsa considerazione dell’intelligenza della gente?

Davvero crede che, apparendo in TV tre volte al giorno, subito dopo i pasti come una pillola salva-vita, oltre che sui giornali locali, di quartiere e bollettini parrocchiali – ovviamente sempre senza contraddittorio – sia sufficiente per vendere le sue scadenti pentole al popolino ?

–
Note:

Credits : Photo by Kyle Glenn on Unsplash

[1] Dal DPCM 26 aprile 2020 : “si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metroe vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie”.

[2] Nella delibera di Giunta Municipale n. 120 del 27 aprile, l’Amministrazione scrive : “può affermarsi che l’azione
giudiziaria di cui trattasi non comporta impegni di spesa
”. Tuttavia, dal sito Professione Giustizia, si evince una spesa non inferiore alle 3.000 euro. Infatti, più giù nella Delibera, la Giunta ancora scrive : “resta intesa la possibilità che, qualora dallo stato degli atti e dalle risultanze dell’azione processuale in corso di causa, dovesse risultare probabile la soccombenza dell’Ente, sarà cura dei Legali che seguiranno la causa comunicare l’opportunità di accantonare, in via precauzionale, la somma necessaria”.

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