ISTAT : Redditi troppo diseguali e sempre più bassi

Siamo più poveri, lo sapevamo. Ma ora, sotto Natale, ce lo dice pure l’ISTAT, l’Istituto nazionale di statistica [1].

« La contrazione complessiva dei redditi rispetto al 2007, anno che precede il manifestarsi dei primi sintomi della crisi economica, resta ancora notevole, con una perdita in termini reali pari in media al 9,1% per il reddito familiare ».

L’ISTAT, nel proprio report, rileva in particolare come « nel 2019, il 20,1% delle persone residenti in Italia risulta a rischio di povertà (circa 12 milioni e 60 mila individui), cioè esse hanno un reddito netto inferiore a 10.299 euro (858 euro al mese). Il 7,4% si trova in condizioni di grave deprivazione materiale » [2].

« Il rischio di povertà o esclusione sociale è maggiore tra gli individui delle famiglie con tre o più figli, tra le persone sole, e nelle famiglie monogenitore », precisa l’Istituto.

Il calo dei redditi medi continua anch’esso ad essere costante : « nel 2018, il reddito familiare è stimato in media pari a 36.416 euro; considerando le variazioni in termini reali la riduzione rispetto all’anno precedente è pari allo 0,8% ».

Diseguglianze: il 20% più ricco guadagna 5,8 volte che il 20% più povero

36.416 ? E chi li ha visti”, si domanderà il lettore.

L’ISTAT aveva però già risposto nel proprio report: « poiché la distribuzione dei redditi è asimmetrica, la maggioranza delle famiglie ha percepito un reddito inferiore all’importo medio ».

Ovvero, « calcolando il valore mediano, ovvero il livello di reddito che divide il numero di famiglie in due metà uguali, si osserva che il 50% delle famiglie residenti in Italia ha un reddito non superiore a 25.716 euro (2.143 euro al mese) ».

Naturalmente c’è chi sta ancor peggio : « gli anziani che vivono soli nel 50% dei casi non superano la soglia di 15.392 euro (1.282 euro mensili) ».

Per essere ancora più chiari in tema di diseguaglianze, « nel Mezzogiorno la disuguaglianza reddituale è più accentuata, con il 20% più ricco della popolazione che ha un reddito, inclusivo degli affitti figurativi, pari a 5,8 volte quello della fascia più povera ».

Se è vero che spesso i redditi insostenibili sono più o meno integrati dal lavoro “sommerso”, in “nero”, è anche vero che diseguaglianze del livello indicato risultano assolutamente ingiuste.

Il governo pensa ai bonus monopattino, ma dimentica i poveri

Sulla necessità di colmare queste diseguaglianze prima economiche, e poi sociali, che si evidenzia dal rapporto, nessun commento oggi da parte di partiti politici e sindacati. Tra loro, oggi, nessuno che:

  • prenda le difese dei “contribuenti incapienti”, ad esempio;
  • sostenga almeno la proposta – ferma su binario morto in Parlamento – del salario minimo orario di 9 euro per qualsiasi lavoro;
  • impedisca il precariato, almeno nella Pubblica Amministrazione e nelle partecipate statali;
  • si ricordi che le pensioni minime oggi ammontano a 515,58 euro mensili.

Solo tanto silenzio.

Fonti e Note:

Credits : Photo by Diane Helentjaris on Unsplash (dettaglio )

[1] ISTAT, 23 dicembre 2020, “Condizioni di vita, reddito e carico fiscale delle famiglie”.

[2] Grave deprivazione materiale (indicatore Europa 2020): percentuale di persone in famiglie che registrano almeno quattro segnali di deprivazione materiale sui nove indicati di seguito:

  1. essere in arretrato nel pagamento di bollette, affitto, mutuo o altro tipo di prestito;
  2. non poter riscaldare adeguatamente l’abitazione;
  3. non poter sostenere spese impreviste di 800 euro ( l’importo di riferimento per le spese impreviste è pari a circa 1/12 del valore della soglia di povertà annuale calcolata con riferimento ai due anni precedenti l’indagine );
  4. non potersi permettere un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni, cioè con proteine della carne, del pesce o equivalente vegetariano;
  5. non potersi permettere una settimana di vacanza all’anno lontano da casa;
  6. non potersi permettere un televisore a colori;
  7. non potersi permettere una lavatrice;
  8. non potersi permettere un’automobile;
  9. non potersi permettere un telefono.
Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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