Parlamento : dibattito sull’emergenza coronavirus

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Tanti gli interventi ieri, al Senato ed alla Camera dei deputati, durante il dibattito successivo alle dichiarazioni del premier Conte che ha riferito su quanto fatto dal governo in merito alla emergenza coronavirus.

Al netto delle polemiche, diverse ore di interventi si possono sintetizzare con i pochi, ma illuminanti, interventi che riporto.

Emergenza coronavirus e scuola : tra baby-parking e stipendificio

L’altoatesino Dieter STEGER (SVP) è stato il primo ad intervenire al Senato. Nel suo discorso, ha rivolto il proprio pensiero al mondo della scuola, visto però come un grande baby-parking gratuito : « Si faccia davvero tutto il possibile per far sì che le scuole non debbano mai più chiudere, come ci chiedono tutte quelle famiglie che oggi faticano a conciliare lavoro e vita privata ».

Il piemontese Lucio MALAN (Forza Italia) si è schierato a difesa della Scuola Privata, chiedendo ulteriori denari a fondo perduto per gli Enti proprietari : « Ci sono 120.000 persone tra insegnanti e altro personale che perderebbero il lavoro se queste scuole chiudessero, e rischiano di chiudere se continua così, se non arrivano davvero aiuti consistenti e reali, non certo 80 euro per bambino » [destinati dal governo all’interno del decreto rilancio, NdR].

Più apprezzabile – a mio parere – l’intervento del laziale Alessandro Fusacchia (+Europa) che ha voluto ricordare i tantissimi studenti che han perso le lezioni, nonostante la didattica a distanza « per assenza di connessione e per mille altre ragioni legate al disagio economico o familiare di varia natura. Studenti invisibili, che la scuola non sa che fine abbiano fatto ».

La sanatoria degli immigrati legalizza lo sfruttamento

Il siculo Davide FARAONE (Italia Viva) ha difeso « le regolarizzazioni che aiutano gli imprenditori agricoli italiani, che abbassano i prezzi dei prodotti italiani, che fanno acquistare e vendere merce italiana e non importata ».

Faraone, per chi avesse dubbi, svela quale fosse l’interesse di Renzi e di Italia Viva in merito alla regolarizzazione degli immigrati e quanto di coccodrillo fossero le lacrime del ministro Teresa Bellanova. Salvare le imprese dalle responsabilità penali per sfruttare gli immigrati in nero, e continuare a sfruttare gli immigrati per tenare bassi i prezzi.

L’attività sindacale indipendente Aboubakar Soumahoro ci aveva aperto gli occhi indicendo uno sciopero per giovedì 21 maggio: « non acquistate frutta e verdura; unitevi a noi nella richiesta della “patente del cibo” . Perché senza diritti e dignità quel cibo è marcio ».

Il calabro Nicola MORRA (M5S) è, comunque, tornato sulla contestata regolarizzazione a tempo limitato di una quota degli stranieri presenti già nel Paese ma col permesso di soggiorni scaduto ricordando che « 634.000 furono le domande di regolarizzazione accolte nel 2002 dalla legge Bossi-Fini e 294.744 quelle accolte nel 2009, quando era ministro dell’interno Roberto Maroni ». Tanto per dare degli incoerenti ai leghisti.

Il reddito d’emergenza s’annuncia un flop

L’emiliano Vasco ERRANI (LeU) ha espresso insoddisfazione per un punto importante del decreto rilancio : « sul reddito di emergenza abbiamo messo troppi paletti. Non vorrei che scoprissimo che ad agosto non è arrivato un euro a chi non ha nessuna copertura ».

Sarebbe stato più facile, piuttosto che istituire un nuovo e temporaneo istituto (varrà solo due mesi), allentare i paletti del reddito di cittadinanza che, ricordo, è destinato attualmente a solo 2,7 dei 5 milioni di italiani poveri. Ma i soldi, mentre ci sono per gli olandesi della FIAT non ci sono mai per la povera gente !

Il voucher turismo s’annuncia un flop

In merito al favoloso voucher (da ben 150 euro pro-capite ! Ehm) inserito nel decreto rilancio per sostenere il settore turistico danneggiato irrimediabilmente dall’emergenza coronavirus decretata dal governo, è intervenuto Maurizio Lupi (Noi per l’Italia). Il parlamentare ha dichiarato che, nei fatti, i voucher saranno d’impossibile godimento almeno nel settore privato : « tutti i lavoratori dipendenti e le imprese, prima di mettere in cassa integrazione i loro dipendenti, hanno fatto consumare le ferie, e quindi oggi non c’è più nessuno che abbia delle ferie da poter mettere a disposizione ».

La gestione dell’emergenza coronavirus Lombadia è solo un flop

La toscana Caterina BINI (PD) ha attaccato la gestione dell’emergenza da parte del presidente della regione Lombardia, il leghista Attilio Fontana : « Vogliamo forse parlare dell’ospedale a Fiera Milano e della barzelletta che quella vicenda è diventata? ».

Gli ha fatto eco, alla Camera, il regista teatrale toscano Riccardo RICCIARDI (M5S) che si è guadagnato gli applausi della maggioranza per aver ricordato la cattiva amministrazione dell’emergenza da parte della giunta leghista lombarda : « l’ospedale per cui hanno speso 21 milioni per 25 pazienti ».

Poi, però, restando sempre in tema Lombardia, Ricciardi : ha ricordato come da Formigoni – oggi in carcere per corruzione – in poi, il centrodestra, ha tagliato « 25 mila posti letto pubblici, assegnando il 40 per cento delle risorse alla sanità privata ». Poi ha chiuso con la battuta sugli anziani morti nelle RSA lombarde : « ospitare pazienti con i sintomi COVID-19 è stato come accendere un cerino in un pagliaio ».

Con ciò riaprendo la polemica che ha aperto il partito dei CARC con il grafito “Fontana Assassino” disegnato a Milano pochi giorni fa.

Il deputato ligure Federico FORNARO (LeU) ha posto un quesito interessante certo che non avrà mai una risposta : « Ci sono due province, molto simili che sono la provincia di Brescia e la provincia di Verona; il confine tra quelle due province, di fatto, non esiste, è un continuum con caratteristiche socio-economiche, territoriali e orografiche molto simili. Ebbene, Brescia ha un indice di contagio di 1.125 per 100 mila abitanti, Verona di 545 per 100 mila abitanti. È lecito che la politica si interroghi su queste differenze ».

Gli appalti senza regole sono un affare per i corrotti

Il lombardo Matteo Salvini (Lega) ha chiesto « la sospensione del codice degli appalti fino a dicembre 2026 ». Un intervento fuori luogo proprio nel giorno in cui una dozzina di imprenditori e dirigenti della Sanità sono stato arrestati in Sicilia per mazzette del 5% su 600.000 euro di appalti. Cancellare le attuali regole non potrebbe che aumentare sprechi e corruzione.

Come spesso gli capita, Matteo Salvini, l’esponente della destra xenofoba si è fatto notare, nel suo discorso, per attacchi di sapore squadristico contro altri senatori. « Vada al bar a ridere; si faccia un caffè e vada a ridere fuori di qua », ha detto rivolto ad uno. « Vada a villa Borghese e rida quanto vuole », ha continuato con un’altra.

Una grave affermazione sessista quest’ultima atteso che – come ci spiega La Stampa – « a Villa Borghese si trova tanta prostituzione maschile » : come dire … vada a farsi scop**e.

Dopo Bonafede, ora nel mirino della Destra c’è Arcuri

Il friuliano Luca CIRIANI (FdI), dopo aver perso la battaglia della mozione di sfiducia contro il ministro della giustizia Bonafede, ha provato ad aprire una seconda polemica contro il Commissario all’emergenza nominato dal premier Conte : « se il dottor Arcuri non è in grado di fare il suo mestiere, vada a fare un altro mestiere, per il bene suo e per il bene del Paese ».

Al di là del bilancio positivo o meno dell’attività del commissario Arcuri, crediamo che le priorità per il Paese siano per altre che chiedere la testa oggi di uno e domani d’un altro al solo fine di tentare d’incrinare la maggioranza al governo.

Ma da chi, come la Destra populista, non ha idee di governo cosa c’è da aspettarsi?

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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