Palestina: l’Occidente boccia risoluzione umanitaria ONU

Il Consiglio di sicurezza dell’ONU non ha approvato ieri pomeriggio una risoluzione proposta dalla Russia che avrebbe richiesto un cessate il fuoco umanitario a Gaza, devastata da quasi 10 giorni di bombardamenti di Israele.

Il progetto di risoluzione guidato dalla Russia ha ricevuto cinque voti a favore ( Cina, Gabon, Mozambico, Russia ed Emirati Arabi Uniti ) e quattro contrari ( Francia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti ), con sei astensioni ( Albania, Brasile, Ecuador, Ghana, Malta e Svizzera ).

Affinché il Consiglio possa adottare una risoluzione, la proposta deve ricevere almeno nove voti a favore, senza che nessuno dei suoi cinque membri permanenti si opponga o metta il veto.

La bozza del testo chiedeva un cessate il fuoco umanitario, il rilascio di tutti gli ostaggi, l’accesso agli aiuti e l’evacuazione sicura dei civili.

Fin qui la notizia pubblicata sul sito ufficiale delle Nazioni Unite [1].

Notizie che la stampa del regime occidentale non ha curato di divulgare, come già in precedenza fece col discorso del rappresentante del Burkina Faso all’ONU.

La Russia all’ONU: mentre qui si perde tempo a Gaza viene ucciso un bambino ogni 15 minuti

Vassily Nebenzia, rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite, ha spiegato: « Non c’era nulla nella risoluzione che potesse essere contestato perché era puramente umanitario. E l’unica ragione per cui la risoluzione non è stata approvata è perché non volevano sostenere nulla che arrivasse dalla Russia » [2].

« Ancora una volta – ha proseguito l’ambasciatore russo -, il Consiglio ha procrastinato [la] decisione sulla questione, e questo è molto triste. Mentre parliamo, a Gaza viene ucciso un bambino ogni 15 minuti ».

Ora è in ballo una proposta di risoluzione del Brasile.

Ma appunto ci vorranno, per regolamento, quattro giorni prima che vada in votazione. Alla domanda di un giornalista in merito alla possibilità di « un accordo sulla bozza brasiliana », Vassily Nebenzia ha precisato: « la Russia ha presentato degli emendamenti per rendere la bozza più equilibrata, perché ora appare sbilanciata ».

L’Impero d’Occidente: la “crisi” di Gaza colpa di Hamas

Il sito ufficiale dell’ONU [1] precisa altresì che l’ambasciatore Thomas-Greenfield, durante la seduta del Consiglio di Sicurezza ha sostenuto come siano « le azioni di Hamas ad aver condannato la popolazione di Gaza alla terribile crisi umanitaria che la affligge ». « Il Consiglio di Sicurezza non può permettersi di attribuire ingiustamente colpe ad Israele », ha concluso. In pratica la stessa posizione espressa dall’ambasciatore Gilad Erdan, rappresentante permanente di Israele presso le Nazioni Unite, che ha richiesto al Consiglio di Sicurezza di ritenere Hamas « pienamente ed unica responsabile della situazione a Gaza e a sostenere pienamente il diritto di Israele a difendersi ».

Entrambi i rappresentanti dell’Impero d’Occidente hanno dimenticato che Israele non rispetta le risoluzioni ONU sui diritti dei palestinesi ad avere un proprio stato.

Riyad Mansour [foto sotto], osservatore permanente dello Stato osservatore della Palestina presso le Nazioni Unite, ha infine commentato sostenendo come « ciò che sta accadendo a Gaza non è un’operazione militare, ma un attacco su vasta scala contro il suo popolo e un massacro contro civili innocenti ».

Fonti e Note:

Credits: foto del Consiglio di UN Photo/Evan Schneider, foto di Riyad Mansour di UN Photo/Eskinder Debebe.

[1] ONU, 16 ottobre 2023, “Security Council rejects Russian resolution on Gaza”.

[2] Permanent Mission of the Russian Federation to the United Nations, 16 ottobre, “Remarks to the press by Permanent Representative Vassily Nebenzia following UNSC vote on a draft resolution on the situation in the Middle East, including the Palestinian question”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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