Poste Italiane : postini sfruttati come i rider o i facchini Amazon
Le pagine dei giornali di regime sono piene di propaganda sul Covid-19, e sono scomparsi, se mai sono apparsi, temi strutturalmente più importanti quali quello del lavoro.
Ne vogliamo parlare?
Del lavoro precario, soprattutto?
Sul giornale “The Post International” (TPI) ho trovato un’interessante articolo sui lavoratori precari di Poste Italiane che qui vorrei sinteticamente condividere.
Poste Italiane ed i portalettere assunti con contratto a tempo
« In questi anni siamo stati così impegnati ad occuparci delle pessime condizioni in cui operano i facchini di Amazon che non ci siamo accorti di quanto i portalettere precari di Poste Italiane abbiano poco da invidiare ai colleghi del colosso dell’e-commerce », questa l’introduzione dell’articolo di Giuliana Sias e che la dice tutta su Poste Italiane.
Il gruppo Poste Italiane, va ricordato, è un’insieme di aziende a capitale prevalentemente pubblico, partecipata com’è Poste Italiane da Cassa Depositi e Prestiti e dal Ministero delle Finanze ( tra i due, il 64% ) che ha ricavi nell’ordine dei 32 miliardi ed utili di 1 miliardo annui [2].
Che un’azienda partecipata pubblica abbia utili a discapito dei diritti dei lavoratori fa’ gridare allo scandalo solo me?
La giornalista di TPI poi spiega: « ogni anno la principale azienda italiana di servizi postali inforna decine di migliaia di cosiddetti contratti a tempo determinato (Ctd), dei quali solo una parte molto esigua viene infine stabilizzata. Ma nel frattempo la speranza di una stabilizzazione funziona da deterrente rispetto a qualsiasi pretesa ».
Lavoro straordinario non pagato, nella speranza del posto fisso
« Quando uno sa che il contratto è in scadenza è ricattabile – spiega un lavoratore intervistato da Giuliana Sias – e ovviamente cerca di stare zitto e marciare, perché c’è sempre la speranza di poter essere prima o poi assunti ».
« E così si finisce col lavorare, in molti casi, senza tregua fino all’ultimo pacco in giacenza ben oltre l’orario di lavoro, senza battere ciglio nonostante si sappia che gli straordinari non concordati con la direzione non verranno conteggiati in busta paga ».
In che senso? « che, se non lo fai [ lo straordinario non retribuito, NdR ], la posta va in accumulo […], i casellari si riempiono, si gonfiano, e uno è sempre in affanno, non riesci più a recuperare il ritardo e capisci che non ti confermeranno mai », torna a spiegare il lavoratore di Poste Italiane intervistato anonimamente.
Dicembre, il mese più odiato dai postini: pacchi Amazon da consegnare sotto la pioggia
« A questi problemi strutturali – spiega la giornalista di TPI – si sommano poi le particolari criticità del mese di dicembre. Prima di tutto con l’arrivo della brutta stagione e del brutto tempo i portalettere accumulano ancora più ritardi a causa delle avverse condizioni meteo che però non vengono prese in considerazione dall’azienda ».
« In secondo luogo dicembre è sempre più il mese per antonomasia dello shopping online. Tantissimi sono di Amazon, ma c’è anche un aumento di posta pubblicitaria che è veramente inutile », aggiunge il lavoratore.
Ecco, di questo e di questi lavoratori sfruttati e sballottolati come biglie da una zona all’altra, da una città all’altra, a proprie spese – pagati appena 1.300 euro al mese -, si dovrebbe parlare e scrivere sui giornali.
Nell’era della globalizzazione e del liberismo, si preferisce, invece, nascondere la “polvere sotto il tappeto”.
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Fonti e Note:
Credits : Photo by Handy Wicaksono on Unsplash
[1] TPI.it, 30 dicembre 2020, Giuliana Sias, “Vi scandalizzate per Amazon ma vi siete dimenticati di noi, postini precari sfruttati da Poste Italiane”
[2] Wikipedia.
Su questo argomento avrei molto da dire….ci sono leggi appositamente fatte per favorire l azienda a discapito dei lavoratori
Questo e tutta colpa del governo Renzi e anche del governo attuale
Strategie a discapito dei lavoratori lontani dalle proprie famiglie da almeno 13 anni e coperte con questo sistema inefficace ed improduttivo.