Pressenza: gli USA all’attacco della stampa indipendente

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, con una propria dichiarazione amplificata dall’agenzia di stampa Reuters, ha apertamente accusato un media cileno ( El Ciudadano ) e la redazione sudamericana di un media online internazionale ( Pressenza ) di costituire, assieme ad un vasto ecosistema di siti web, una « una rete di disinformazione presumibilmente orchestrata dal Cremlino ».

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, in particolare, ha affermato come « il governo russo sta attualmente finanziando una campagna di disinformazione in tutta l’America Latina » con l’obiettivo di « minare il sostegno all’Ucraina e propagare il sentimento anti-USA e anti-NATO » [1].

Sotto la supervisione addirittura di « un team in Russia che creerebbe contenuti e invierebbe il materiale allo staff editoriale in America Latina », Pressenza, El Ciudadano e altri tenterebbero di « persuadere il pubblico latinoamericano che la guerra della Russia contro l’Ucraina è giusta e che possono unirsi alla Russia per sconfiggere il neocolonialismo ». Più in generale, conclude il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, « ci sono sforzi coordinati tra le ambasciate russe in America Latina e i media finanziati dallo stato per aumentare la messaggistica pro-Cremlino, diffondere narrazioni anti-USA ».

L’accusa d’essere “putiniani”: le repliche di Pressenza e El Ciudadano

Non si sono fatte attendere, ovviamente, le repliche dei due media citati dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Pressenza e El Ciudadano.

Entrambi hanno respinto di avere « alcun tipo di relazione con il governo russo » e, in vero, di perseguire un « progetto di giornalismo veramente indipendente ».

In particolare poi, El Ciudadano ha spiegato che « quando si tratta di conflitti internazionali, come quello della guerra in Ucraina, lo facciamo dando spazio a varie opinioni e opinioni in una visione critica dell’informazione ». El Ciudadano ha poi concluso come « questo tipo di accuse assurde e false cerca solo di farci del male e di impedirci di continuare a sviluppare il giornalismo indipendente in Cile » [2].

Pressenza, da parte sua, con un comunicato pubblicato nelle edizioni nazionali di Spagna, Francia, Italia, Grecia, Germania, Regno Unito e Portogallo, ha condannato quello che appare un aperto « attacco alla libertà di espressione e di stampa ». « Questo tipo di azione dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti rientra nella logica della guerra comunicativa », ha scritto [3].

Pressenza, quindi, ha ricordato di aver sempre sostenuto [ vedi al Forum di Madrid ] « la necessità di pace, disarmo, risoluzione nonviolenta dei conflitti e denuclearizzazione » e, conseguentemente, considerato « la NATO obsoleta e dannosa ».

Pressenza conclude il comunicato invitando gli USA ad « abbandonare l’idea di egemonia e di eccezionalismo e ad abbracciare i valori umanisti ».

Quel che appare certo dalla posizione degli Stati Uniti rispetto a quello che è, dopo tutto, un piccolo sito web sia pure ramificato a livello internazionale, Pressenza, è che l’unica stampa che vuole chi sta al potere è la stampa allineata al regime. Avoglia di parlare e scrivere nelle costituzioni di libertà di espressione !

Fonti e Note:

[1] Dipartimento di Stato Stati Uniti, 7 novembre 2023, “The Kremlin’s Efforts to Covertly Spread Disinformation in Latin America”.

[2] El Ciudadano, 9 novembre 2023, “Departamento de Estado de Estados Unidos ataca a El Ciudadano con información falsa: Esta es nuestra respuesta”.

[3] Pressenza, 10 novembre 2023, “Pressenza respinge le accuse del Dipartimento di Stato USA di far parte di una campagna di disinformazione russa”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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