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Ti trovi qui: Home / CULTURA / Rosselli : C’è libertà se si rompono le catene della miseria

Rosselli : C’è libertà se si rompono le catene della miseria

9 Dicembre 2020 by Natale Salvo Lascia un commento

lavoro

« La liberà politica e spirituale non è in grado, da sola, di realizzare l’esigenza liberale. La libertà non accompagnata e sorretta da un minimo di autonomia economica, dalla emancipazione dei morsi del bisogno essenziali, non esiste per l’individuo, è un mero fantasma ».

Un’affermazione forse lapalissiana ma che facciamo bene a ricordare nelle parole del liberale antifascista Carlo Rosselli [1].

E Rosselli spiega, nel saggio “Socialismo Liberale” da lui scritto nel 1928 mentre si trova al confino nell’isola di Lipari (Messina), come: « L’individuo, in tal caso, è schiavo della miseria, umiliato dalla sua soggezione; e la vita non può avere per lui che un aspetto e una lusinga: il materiale. Libero di diritto, è servo di fatto ».

Non è un problema da poco se, scrive Rosselli, ma come non crederlo ancora attuale, « di questi individui ancora oggi è composta, in regime capitalistico, gran parte della classe lavoratrice ».

« E’ in nome della libertà, è per assicurare una effettiva libertà a tutti gli uomini » che Rosselli quindi chiede « una più equa redistribuzione delle ricchezze e l’assicurazione, in ogni caso, ad ogni uomo, una vita degna di questo nome ».

Un salario equo assicura libertà e dignità, secondo la Costituzione

Tali principi furono tradotti nell’articolo 36 della Costituzione italiana adottata dallo Stato nel 1948.

Qui chiaro e forte al primo comma, infatti, sta scritto : « il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa ».

Dai lavori preparatori della Costituzione italiana [2], emergono i successivi obiettivi dei Padri Costituenti : « il Legislatore – vi si legge – dovrà dettare norme o principi per la determinazione di “retribuzioni vitali”, cioè sufficienti alle necessità dei lavoratori e delle loro famiglie e quindi “atte a fronteggiare le necessità delle madri che attendono alle faccende di casa, e dei figli immaturi per l’attività produttiva” ».

Da oltre 70 anni, Costituzione inattuata e i salari sono da schiavi

Sappiamo tutti com’è andata a finire.

Dopo oltre 70 anni, siamo difronte ad un altro dei principi inattuati della Costituzione.

In Parlamento, ad esempio, è arenata da un paio d’anni la proposta di legge per l’instaurazione di un “salario minimo orario” di nove euro lorde [3], mentre in Europa – salvo che in Italia e pochi altri Paesi – esiste, ancora più correttamente, persino il “salario minimo mensile” [4] [5].

Da leggere:  Goldman: è la società a creare il crimine

C’è da dire che contro il “salario minimo orario”, oltre la Confindustria com’è naturale che sia per i rappresentanti della borghesia padronale, ci stanno pure i sindacati CGIL-CISL e UIL [6].

Senza un salario minimo orario valido per ogni tipo di prestazione, salari di appena quattro, o anche due euro all’ora, sono all’ordine del giorno. Sacche di lavoratori, nascoste sotto le insegne di finte cooperative o di finte associazioni di volontariato ricevono oggi questi stipendi da fame.

Gravissimo che ad erogarli siano Enti Pubblici, che si trasformano in schiavisti come il peggiore datore di lavoro privato. Dei casi dei bagnini pagati quattro euro l’ora (20 al giorno) o dei controllori dei bus pagati circa due euro l’ora si legge ad esempio nelle cronache di un capoluogo siciliano [7] [8] [9] .

Il programma di un nuovo movimento credibile politico, che volesse coinvolgere i lavoratori « poveri, gli oppressi, coloro che non possono adattarsi allo stato delle cose attuale, perché in questo stato soffrono e si sentono limitati » [1] non potrebbe che iniziare dal trattare la libertà dalle catene della miseria.

–

Fonti & Note:

[1] tratto da “ Socialismo Liberale ”, Carlo Rosselli, pag. 129-130 [PDF scaricabile al link]

[2] Biblioteca della camera dei Deputati, “La Costituzione della Repubblica Italiana illustrata coi lavori preparatori da Vittorio Falzone, Filippo Palermo, Francesco Cosentino del Segretariato Generale della Camera dei Deputati”, 1949.

[3] Fronteampio, 9 febbraio 2019, “Senato, Salario Minimo Orario: 9 euro l’ora la paga minima legale?”

[4] Fronteampio, 8 maggio 2020, “Salario Minimo Nazionale : Quando sarà applicata la Costituzione?”

[5] RedditodiBase.org, 4 dicembre 2018, “Il Salario minimo nazionale”.

[6] Fronteampio, 16 marzo 2019, “Il Salario minimo orario sta per approdare nell’Aula del Senato”

[7] NataleSalvo.it, 8 giugno 2019, “Bagnini, volontari o proletariato sfruttato?”

[8] Ancora sul sito NataleSalvo.it, 30 giugno 2019, “Inchiesta Bagnini: Prima il risparmio o il diritto al salario equo?”

[9] E sempre sul sito web NataleSalvo.it, 19 novembre 2019, “Volontari o Sfruttati? L’ATM paga meno di 2,87 euro l’ora i collaboratori A.N.TRAS.”

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