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Ti trovi qui: Home / ESTERI / Si o No all’acquisto di nuovi caccia ? La Svizzera va al referendum

Si o No all’acquisto di nuovi caccia ? La Svizzera va al referendum

13 Settembre 2020 by Natale Salvo Lascia un commento

Volete voi spendere il denaro delle vostre tasse per permetterci di acquistare nuovi aerei militari da combattimento ?

Questa è, in sostanza, il quesito del referendum cui sono chiamati a rispondere gli elettori svizzeri che, domenica 27 settembre, si recheranno alle urne.

Lì, « il Consiglio federale e il Parlamento intendono acquistare nuovi caccia per un valore di 6 miliardi di franchi [circa 5,6 miliardi di euro, NdR] a partire dal 2025 », scrive il giornale elvetico Le Nouvelliste. Ma, aggiunge, « oltre ai costi di acquisizione, saranno necessari altri 12 miliardi di franchi per la manutenzione dei jet per tutta la loro durata ».

La Sinistra : uno spreco di denaro, e raccoglie 50.000 firme per il referendum

Ma non han fatto i conti con il Partito Socialista, quello dei Verdi e, soprattutto, col l’associazione “Groupe pour une Suisse sans Armée” (Gruppo per una Svizzera senza l’esercito) che han raccolto le 50.000 firme sufficienti per imporre un referendum. Il secondo referendum sul tema, dopo che già nel 2014, la popolazione aveva già bocciato (col 53,4%) una spesa di tre miliardi di euro per l’acquisto di nuovi caccia.

« Questo è un enorme spreco di denaro. Questo denaro sarebbe molto meglio investito per garantire posti di lavoro o per combattere il cambiamento climatico – soprattutto ora, nel contesto della crisi del coronavirus », commenta Fabien Fivaz, consigliere nazionale dei Verdi.

« Per effettuare missioni di polizia aerea, possiamo acquistare aerei da combattimento leggeri, che sono molto più economici [1] dei caccia di lusso, ma anche più ecologici e più silenziosi », ha invece sostenuto Carlo Sommaruga, consigliere socialista.

Levrat (PS) : i caccia pensati per le guerre del passato, oggi c’è la cyberwar !

Per il presidente del Partito Socialista (PD) Christian Levrat, intervistato dalla tivù svizzera RTS « i nuovi jet da combattimento non hanno posto nel sistema di sicurezza della Svizzera : non sono adatti alle minacce di oggi, sono sovradimensionati e troppo costosi ».

« Il rapporto sulla sicurezza del Dipartimento militare federale – spiega Levrat – individua tre minacce principali per la Svizzera:

  • il terrorismo,
  • la guerra cibernetica,
  • e i disordini legati al clima ».

« In questi scenari, non c’è il rischio di una guerra territoriale che comporterebbe i classici scontri in Europa . È ragionevole – prosegue – avere un esercito adeguatamente equipaggiato per affrontare le sfide dei tempi. La sfida principale in termini di sicurezza aerea è la polizia aerea. I jet di cui parliamo qui sono chiaramente sovradimensionati per questo ».

Sarebbe molto meglio che il denaro stanziato fosse investito in settori in cui le esigenze sono più pressanti, come ad esempio il rischio di un attacco informatico « dove la Svizzera è ormai del tutto obsoleta », dice Christian Levrat.

Da leggere:  Svizzera: Referendum contro l’emergenza Covid

Il “Gruppo per una Svizzera senza l’esercito”, infine, è ancora più fermo : « in un momento in cui i tagli al bilancio stanno imperversando in settori chiave come la sanità e l’istruzione, il [governo] sta gettando i soldi dei contribuenti fuori dalla finestra. È rivoltante! ».

La Destra : senza nuovi caccia, la Svizzera alla mercé degli aerei nemici

Al contrario, i partiti borghesi (bourgeois), come li chiama il giornale Le Nouvelliste, sostengono l’acquisto dei jet – tra i 36 e i 40 -. In realtà, il governo non ha ancora scelto quali. Sul tavolo le offerte del caccia francese Rafale (Dassault), del tedesco Eurofighter (Airbus) e, sul versante americano, il successore dell’F/A-18, il Boeing Super Hornet e il Lockheed-Martin F-35A.

Per il ministro della difesa Viola Amherd – per come riporta sempre il sito della tivù RTS -, infatti, la Svizzera ha bisogno di nuovi aerei da combattimento per proteggere la popolazione dalle minacce aeree. La minaccia cambia continuamente e « il mio dovere è quello di proteggere la popolazione da questi imprevedibili attacchi », ha detto.

Non ha tuttavia precisato da quali Paesi temi gli attacchi aerei. Dall’Italia ? Dalla Croazia ? Dall’Algeria ? Dall’Albania ? Dalla Russia ? Dall’Iran ? Dagli USA ? Mah !

Gli altri quattro referendum sui cui voteranno domenica gli svizzeri

Sempre domenica 27 settembre gli svizzeri torneranno a votare sulla proposta, avanzata dall’UDC, di « rinegoziare con l’Unione Europea la libera circolazione delle persone » al fine di « limitare » la presenza di lavoratori stranieri che ridurrebbero le opportunità di lavoro agli svizzeri costretti oggi ad un tasso di disoccupazione elevato per i loro standard ( 4% !).

Secondo i sondaggisti, se per l’acquisto dei nuovi caccia l’opinione pubblica sarebbe questa volta leggermente favorevole ( 58% ), rispetto la proposta nazionalista dell’UDC ci sarebbe un forte fronte per il NO.

Ulteriori schede proporranno il voto sulla nuova legge sulla caccia, e poi sui concedi parentali e sulle detrazioni fiscali per i figli.

—

Credits: un caccia F-15 in una Photo by DON JACKSON-WYATT on Unsplash

Note:

[1] Nel merito delle esercitazioni aeree – ha spiegato il governo -, oggi un’ora di volo costa circa 50.750 franchi svizzeri (per il jet F/A-18 C/D), e le ore complessive sono state circa 33.000.

Le sole munizioni impiegate sono costate 1.952.330 franchi svizzeri nel 2018 (circa 2 milioni di euro). Esistono, poi, problemi di rilascio di CO2 nell’aria (12.220 kg per ora di volo per gli F/A-18) e, naturalmente, di inquinamento acustico specie nelle aree vicine agli aeroporti militari.

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