Svizzera: In 8.000 protestano contro Lockdown

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Circa 8.000 persone la maggior parte senza maschere protettive – hanno partecipato sabato a Liestal (BL) a una manifestazione autorizzata contro le misure anti-Covid-19.

« A Liestal, la polizia non è intervenuta per arrestare le persone che non indossavano maschere protettive. Invece, hanno cercato di assicurare che la manifestazione continuasse pacificamente. I manifestanti portavano cartelli con slogan comeLa vaccinazione uccide” e “No ai test di massa” », riporta il giornale svizzero Le Temps [1].

La marcia è stata avviata dall’associazione “Protestation silencieuse“, che aveva già organizzato manifestazioni a Coira e Wohlen (AG) nelle ultime settimane.

Pochi giorni fa, il 6 marzo, erano stati invece in 4.000 a manifestare pacificamente a Coira contro le misure di lotta al coronavirus hanno manifestato sabato a Coira.

« Molti partecipanti indossavano tute bianche. Gli striscioni sostenuti dai manifestanti recitavano Non abbiamo bisogno di uno stato di polizia” o “Stopp Diktatur ( Stop alla dittatura ) », raccontava il giornale SwissInfo [2].

La manifestazione, qui come spesso altrove, è stata caratterizzata dalla presenza di politici della destra xenofoba, quali il deputato federale Ruedi Weber (SVP – UDC), già noti per « esigere l’apertura immediata di tutti i settori e le aziende che dispongono di misure di protezione » [3].

Pro e contro le violazioni dei Diritti Umani, anche in Svizzera sono divisi

Naturalmente c’è chi la pensa diversamente: « Com’è possibile? La terza ondata è qui dentro #Liestal e centinaia, se non migliaia, “passeggiano” senza maschere. La polizia sta guardando. Chi ne ha la responsabilità politica? », domanda un giovane su Twitter.

Subito ricevendo, per risposta: « Nasconditi a casa e aspetta che la decima ondata sia finita. Nessuno ti obbliga a prendere parte alla vita sociale ».

Oramai sembra che la gente si sia divisa in due partiti che non vogliono dialogare tra loro: pro e contro le restrizione ai Diritti Umani.

Berna ( Svizzera ): La polizia stronca la libertà di manifestazione

Nella città di Berna, invece, la polizia ha stroncato sul nascere ( “tué dans l’œuf”, ucciso nell’uovo, la colorita espressione usata dalla stampa francofona ) un tentativo di manifestazione che aveva lo scopo di protestare contro le misure sanitarie.

« Un movimento cittadino aveva convocato manifestazioni nel pomeriggio. “Tutti insieme per la nostra libertà”: questo slogan è stato stampato su un volantino, distribuito sui social network in francese e tedesco ma anche nelle cassette delle lettere della città di Berna », riporta il giornale svizzero La Liberté [4].

In ragione dell’attuale divieto di raduni di più di 15 persone in spazi pubblici, a mezzogiorno, poco dopo la chiusura del mercato, la polizia ha sigillato diverse piazze e bloccato i ponti che attraversano l’Aare conducono al centro cittadino.

« In un comunicato stampa di sabato sera – fa sapere ancora il giornale La Liberté -, la polizia cantonale di Berna ha dichiarato di aver presentato circa 600 denunce. La maggior parte di essi riguarda la violazione dell’ordinanza cantonale sul Covid-19. In tutto, 27 persone sono state portate alla stazione di polizia per ulteriori indagini. Sono stati tutti rilasciati la sera ».

Egualmente, a Berna, il giorno precedente era stata bloccata una manifestazione ambientalista di Friday for Future.

E’ chiaro che, in Svizzera, le manifestazioni sono “tollerate” secondo chi le promuove e a seconda di chi governa quel Cantone, e che la rabbia dei cittadini viene strumentalizzata da una parte politica e dall’altra.

Fonti e Note:

[1] Le Temps, 20 marzo 2021, “8000 personnes à Liestal contre les mesures anti-Covid”.

[2] SwissInfo, 6 marzo 2021, “Manifestation contre les mesures de protection à Coire”.

[3] SVP – UDC, 19 marzo 2021, “Quanto deciso dal Consiglio federale è uno schiaffo alla popolazione e alle imprese”.

[4] La Libertè, 20 marzo 2021, “Manifestations anti-mesures sanitaires à Liestal et à Berne”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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