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Assemblea Nazionale: Difficoltà dei lavoratori e risposte del PdAC

17 Maggio 2020 by Natale Salvo Lascia un commento

sciopero

E’ sempre il dibattito, con gli interventi della cosiddetta base, che qualifica le assemblee politiche. Così è stato per l’Assemblea Nazionale del Partito di Alternativa Comunista (PdAC) svoltasi ieri attraverso un collegamento telematico con Zoom.

Nonostante la profondità della relazione iniziale di Fabiana Stefanoni già anticipata in “Il profitto ha avuto la meglio sulla salute”, sono qui emerse tutte le difficoltà del mondo del proletariato e del sottoproletariato.

La difesa delle donne e dei sottoproletari esigenza prioritaria

C’è stato chi ha ricordato l’assenza di diritti per il sottoproletariato nel quale sono da includere i precari, i dipendenti delle (false) cooperative, persone che che, quindi, non hanno armi per opporsi al ricatto padronale.

Ma anche chi ha ricordato la dipendenza delle donne dall’uomo a causa della disoccupazione delle prime ovvero della soggezione a forme di lavoro precario e sottopagato (settore pulizia, etc.). Per queste donne, a casa spesso pure vittime di violenza fisica o morale, tra la fase 1 e la fase 2 non cambia nulla.

I tagli alla Sanità e alla Scuola voluti dal padronato finanziario

Altri hanno ricordato i costanti tagli finanziari alle strutture e al personale del settore della Sanità Pubblica ed a quello della Scuola o il parallellismo tra l’emergenza sanitaria e climatica.

In quest’ultimo caso, si è evidenziata l’incoerenza del continuare a consentire agevolazioni e contributi che favoriscono il consumo di energie fossili.

Analogamente, è apparsa tutta la contraddizione dei provvedimenti governativi che tagliano la contribuzione IRAP delle aziende quando è proprio quest’imposta che finanzia la sanità regionale. Tagli che si aggiungeranno ai precedenti che hanno lasciato le persone in balia di un’offerta sanitaria non proporzionata alle reali esigenze collettive ed avvenuti perché i governi hanno preferito sacrificare la salute pubblica per regalare miliardi alle banche e ai ricchi azionisti.

Non è mancato di evidenziare, ancora, il fatto come, in tanti casi, la DAD, la didattica a distanza, abbia scavato un solco ancora maggiore tra chi sta bene e chi peggio : per esempio a causa di abitazioni sovraffollate che non han consentito di seguire la lezioni.

Ma, data la natura del Partito di Alternativa Comunista, il tema centrale è stato quello della difesa dei diritti dei lavoratori e, tra questi, primo tra tutti, quello della salute.

In tale ambito, si sono condannati i protocolli sicurezza siglati dalla burocrazia sindacale divenuta un agente della borghesia, il sostanziale silenzio dei sindacati di base, il paventato scudo legale che tutelerebbe i padroni nel caso in cui il lavoratore contraesse il virus covid-19.

La propaganda martellante del regime ci spinge a cadere nell’abisso

In proposito, si è evidenziata la propaganda martellante, orwelliana, sulle riaperture da parte della stampa confindustriale giunta persino a scrive – su Il Sole 24 ore -, che le fabbriche sono il luogo più sicuro rispetto al pericolo di infezione dal virus covid-19 .

Da leggere:  Istat: In Italia, si lavora sempre meno e con maggiore precarietà

Sui motivi della concentrazione dell’epidemia in Lombardia, c’è stato chi ha ipotizzato la presenza dei maggiori poli industriali nazionali e quello del grande polo aeroportuale (Malpensa, Linate, Orio) che ha consentito l’afflusso di soggetti infetti da altre aree del globo.

Infine, non sono mancati coloro che hanno lamentato la sospensione dei diritti civili della popolazione e sul pericolo di abituarci a rinunciare ai diritti umani pur statuiti dalla dichiarazione dei Diritti Universali dell’Umanità.

Al termine del dibattito, e dopo che Francesco Ricci, dell’esecutivo del PdAC, sottolineasse come “siamo un treno che corre verso l’abisso e qualcuno si deve pur alzare per tirare il freno di emergenza”, Fabiana Stefanoni ha tirato le conclusione delle due ore di intesa Assemblea.

L’arma dello sciopero per reclamare i diritti dei lavoratori e quelli civili

La Stefanoni ha ribadito come sia lo sciopero l’arma più importante nella lotta contro il padrone e per sostenere le proprie rivendicazioni quali, ad esempio, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.

In tal senso, la classe operaia resta un soggetto determinante.

Una riduzione dell’orario di lavoro è necessaria tanto per lo sviluppo tecnologico che taglia posti di lavoro quanto per alleviare le maggiore fatiche chieste ai lavoratori, anche a seguito dei protocolli Covid-19.

In proposito, tuttavia, non ha potuto non evidenziare le pesanti limitazioni all’esercizio del diritto di sciopero imposte dalla legge 146/90 approvata da un governo di centro-sinistra col beneplacito delle burocrazie sindacali.

L’esponente comunista, quindi, ha voluto ricordare come questo governo Conte II (PD-Cinque Stelle), sostenuto anche da una qualificata rappresentanza di esponenti che si chiamano alla Sinistra (Sinistra Italiana) quali lo stesso ministro della salute Roberto Speranza o il sotto-segretario alla pubblica istruzione, non è intervenuto ad abrogare i decreti cosiddetti sicurezza adottati dal precedente governo Conte (Lega-Cinque Stelle).

Decreti che, ha sottolineato Fabiana Stefanoni, comprimono diritti elementari.

I componenti dell’esecutivo del PdAC, infine, hanno concluso i lavori con l’invito a sviluppare i processi di informazione e formazione dei lavoratori anche seguendo le riviste del Partito (“Trotzskimo Oggi” e “Progetto Comunista”) e, in particolare, le stesse FAQ che il PdAC ha predisposto su “coronavirus e socialismo”.

—

Credits : Photo by ev on Unsplash

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