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Informazione

Una giuria popolare per le balle dei media

5 Maggio 2020 by FronteAmpio.it Lascia un commento

informazione

Il 3 maggio era la Giornata mondiale della libertà di stampa, istituita nel 1993 dall’Assemblea Generale della Nazioni Unite per plaudire all‘importanza della libertà di stampa e per ricordare ai governi che è loro dovere sostenere e far rispettare la libertà di parola sancita dall’articolo 19 della del 1948.

In tanti, siano politici o giornalisti, hanno diffuso i loro messaggi per ricordala. Si tratta di messaggi d’occasione, purtroppo, i peggiori :

  • Luigi Di Maio, uno tra questi : « abbiamo bisogno di stampa, di una stampa libera al servizio dei cittadini »,
  • il vice ministro Matteo Mauri (PD) : « le minacce alla libertà di stampa rappresentano un attacco ai valori fondanti della democrazia »;
  • Pietro Grasso (Liberi & Uguali) : « abbiamo il dovere civico di difendere l’informazione sana e libera »;
  • il presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico (M5S) : « la libertà di stampa è uno strumento irrinunciabile di conoscenza e emancipazione di ogni comunità civile ».

Potrei anche continuare … con le belle frasette preconfezionate per l’occasione, ma preferisco evitare di irritare i vostri padiglioni auricolari.

Naturalmente, non manca il messaggio del sottosegretario all’editoria Andrea Martella (PD) che inneggia alla « stampa LIBERA e AUTOREVOLE », ovvero quella mainstream de La Repubblica o La Stampa, ambedue testate della famiglia Agnelli-Fiat, Il Giornale, Libero, etc.

L’avversario dell’informazione libera : il politico di professione!

Nessuno di loro che abbia evidenziato, però, i reali problemi della libertà di stampa qui, proprio in Italia, nessuno che abbia avanzato soluzioni o che si dia impegnato a sostenere le inascoltate proposte già da tempo formulate dalle associazioni dei giornalisti (ad esempio Ossigeno per l’Informazione).

« Le querele pretestuose siano usate strumentalmente a scopo intimidatorio e ritorsivo come un vero e proprio bavaglio contro i giornalisti che pubblicano notizie scomode … non hanno niente a che fare con la tutela della reputazione personale. Questi abusi fanno girare la macchina della giustizia a vuoto e la trasformano in uno strumento di intimidazione e ricatto », dichiarava già nel 2016 proprio la testata “Ossigeno per l’Informazione” nel report “Taci o ti querelo!”.

Taci o Ti querelo! I Politicanti usano la Magistratura come arma?

Insomma, ipocrisia allo stato puro quella dei parlamentari di tutti gli schieramenti politici.

E quando si sono ammessi i rischi del mestiere di informare da uomini liberi, ci si è riferito solo alle minacce provenienti dalla criminalità.

L’esempio-tipo: l’ex Rifondazione Comunista, poi PD, ora non so se sia renziano con Italia Viva, il sempreverde Gennaro Migliore : « I giornalisti vanno sempre difesi da persecuzioni e intimidazioni. Senza se e senza ma. Non c’è democrazia senza stampa libera. Oggi il mio pensiero va ai tanti, troppi, giornalisti italiani minacciati dalla CRIMINALITA’ ORGANIZZATA E DI MATRICE TERRORISTICA » (??).

L’Italia al 41° posto per Libertà di Stampa, quint’ultima in Europa

L’Italia, secondo l’annuale rapporto 2020 di Reporters Sans Frontieres, proprio di recente pubblicato, si trova al 41° posto per libertà di stampa. Condividi il Tweet

In verità, non mi aspettavo nulla d’altro.

L’Italia, secondo l’annuale rapporto 2020 di Reporters Sans Frontieres, proprio di recente pubblicato, si trova al 41° posto per libertà di stampa.

E, se è vero che è migliorata di due posizioni rispetto alla classifica dell’anno precedente, è anche vero che ha perso 1,29 punti in termini di libertà. Inoltre, all’interno dell’Unione Europea, l’Italia è fanalino di coda in termini di libertà. Peggio di lei solo la Romania (48° posto), Polonia (62°), Grecia (65°), e Malta (81°).

« A Roma, i professionisti dell’informazione nell’esercizio delle loro funzioni sono stati aggrediti verbalmente e fisicamente da attivisti di gruppi neofascisti, ma anche da membri del Movimento delle 5 Stelle (M5S), che fa parte del governo. Sebbene i politici italiani siano nel complesso meno virulenti verso i professionisti dei media rispetto al passato, alcune recenti decisioni del governo, come la possibile riduzione dei sussidi pubblici ai media, possono indebolire la professione ».

Così Reporters Sans Frontieres (RSF) spiega il suo giudizio sull’Italia.

Col nuovo governo, il Conte II, a trazione PD (oltre che con la scorta M5S), le cose non stanno andando certo meglio :

  • I recenti attacchi del governo, nella persona del sottosegretario all’editoria Andrea Martella (PD),
  • l’irrituale comunicato stampa di avvertimento dell’AGCOM,
  • l’oscuramento di un video su YouTube dal canale d’informazione alternativa Byoblu,
  • la denuncia, diffusa dal blogger Massimo Mazzucco su ControTv anche a nome ti tanti altri, di istituire un Ministero della Verità,

sono cose di … ieri, mica del secolo scorso.

Oggi, lo dobbiamo scrivere a lettere cubitali, l’unica informazione ammessa dal governo sembra essere solo quella mainstream, filo-potentati economici e politici.

L’obiettivo oramai chiaro, quasi spudoratamente dichiarato, è la manipolazione delle masse.

L’unica stampa che ammette il regime; quella della minchiate di distrazione di massa è questa :

Non possiamo non notare, in proposito, la capovolta proprio dei Cinque Stelle.

Grillo : Giornali e TG fabbricano Fake News per sostenere Governo

Solo tre anni fa, il 3 gennaio 2017, non nel secolo scorso, l’allora apparente leader dei Cinque Stelle, il comico Beppe Grillo, dal blog dei Casaleggio così pontificava :

« Tutti contro Internet. Prima Renzi, Gentiloni, Napolitano e Pitruzzella, poi il ministro della Giustizia Orlando e infine il Presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno. Tutti puntano il dito sulle balle che girano sul web, sull’esigenza di ristabilire la verità tramite il nuovo tribunale dell’inquisizione proposto dal presidente dell’Antitrust. Così il governo decide cosa è vero e cosa è falso su internet».

E alle balle propinate ogni giorno da tv e giornali chi ci pensa?

« I giornali e i tg – continuava il leader Cinque Stelle – sono i primi fabbricatori di notizie false nel Paese con lo scopo di far mantenere il potere a chi lo detiene. Sono le loro notizie che devono essere controllate ».

Il famoso sfogo di Beppe Grillo così concludeva : «Propongo una giuria popolare che determini la veridicità delle notizie pubblicate dai media ».

Oggi che i Cinque Stelle sono al governo … “tutto va bene, madama la marchesa” [1].

Purtroppo per i grillini proprio la Rete internet non perdona, ed il post di Grillo, ancora non cancellato, oggi è un atto d’accusa anche contro i Di Maio & Soci.

–

Note :

Credits : Photo by Adeolu Eletu on Unsplash

[1] L’espressione “tutto va bene, Madama la Marchesa” si usa in genere in senso ironico, per indicare una situazione molto negativa, in cui non va bene nulla, ma che si cerca invano di minimizzare. la frase deriva dal titolo della versione italiana (interpretata tra gli altri da Nunzio Filogamo) di una canzone francese del 1934: Tout va très bien, Madame la Marquise. Il testo racconta di una nobile che si informa al telefono sulla situazione al suo castello, ricevendo paradossali rassicurazioni dal maggiordomo che intanto descrive una situazione catastrofica con incendi e suicidi in atto.

La canzone è tutta da ascoltare :

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La libertà d’espressione limitata da una norma fascista

14 Novembre 2018 by FronteAmpio.it Lascia un commento

stampa e norme fasciste

Per garantire il pluralismo e libertà d’espressione, occorre « incentivare gli editori a non essere in conflitto di interesse né con altri settori di business né con la politica per garantire a tutti un’informazione libera e imparziale ».  Così sostiene si leggeva ieri sul « Blog delle Stelle ».

Esistono, infatti, secondo quest’articolo, chiari « interessi industriali e intrecci con il partito di riferimento » in diversi editori che contrastano con l’obiettivo di assicurare queste garanzie. La proposta è quella di una immediata trasparenza su questi « intrecci » e una legge sul « conflitto d’interessi ».

Questa è la posizione del Movimento Cinque Stelle; al di la del linguaggio un poco folkloristico usato nei confronti di alcuni giornalisti (« puttane e sciacalli », come riporta Repubblica il 10 novembre).

I giornalisti professionisti contro il Movimento Cinque Stelle

Alcuni giornalisti – in specie l’associazione « articolo 21 », per come riporta Pressenza – tuttavia replicano respingendo gli « attacchi volgari e inaccettabili contro l’informazione e i giornalisti ». Secondo loro, i giudizi Movimento Cinque Stelle sono semplici « azioni mirate a screditare una categoria di professionisti». Per tale motivo ieri i giornalisti professionisti hanno protestato in alcune piazze italiane e sostenuto lo slogan #giùlemanidall’informazione.

La libertà d’informazione? Compressa dal corporativismo

A mio parere, il termine « giornalista professionista » non è sinonimo né di informazione né di libertà d’espressione.

A dirlo, già nel 1945, il futuro presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi, quando, a proposito dell’Ordine dei Giornalisti, scriveva : «Giornalisti sono tutti coloro che hanno qualcosa da dire … L’albo obbligatorio è immorale, perché tende a porre un limite a quel che limiti non ha e non deve avere, alla libera espressione del pensiero».

A distanza di oltre 70 anni, le parole di Einaudi appaiono ancora attuali.

Ecco come la libertà d’espressione viene negata

L’art. 19 della “Carta Universale dei Diritti dell’Uomo” sostiene: «Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e d’espressione, incluso il diritto di … diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo».

«Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo». Condividi il Tweet

L’art. 21 della Costituzione Italiana conferma: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione» e «la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni».

La stampa, in realtà, è soggetta a autorizzazione poiché «nessun giornale o periodico può essere pubblicato se non sia stato registrato presso la cancelleria del tribunale» – vedi art. 5 legge n. 47/1948 (“Disposizioni sulla Stampa”).

L’art. 3, sempre della legge n. 47/1948, aggiunge l’obbligo, per «ogni giornale o altro periodico» di «avere un direttore responsabile».

L’art. 46 della legge n. 69/1963 (“Ordinamento della professione dei giornalisti”) poi precisa: «Il direttore ed il vicedirettore responsabile di un giornale … devono essere iscritti nell’elenco dei giornalisti professionisti … oppure in quello dei pubblicisti».

La finalità censoria è rilevabile dall’origine fascista delle norme.

Fu proprio il dittatore fascista Benito Mussolini, infatti, ad essere il promotore della Legge 2307/25 (cui seguì il Regio decreto 26 febbraio 1928, n. 384) «la quale disponeva che i giornali potevano essere diretti, scritti e stampati solo se avevano un direttore responsabile riconosciuto dal prefetto».

L’art. 46 della legge n. 69/1963 ricalca alla virgola l’art. 19 del R.D. n. 384/1928.

Ricorda Wikipedia, che allora «le notizie politiche giungevano nelle redazioni direttamente da Roma, dagli uffici del Ministero della Cultura Popolare». Oggi è diverso?

Libertà di stampa: Serve abolire l’obbligo della tessera corporativa

Nel 2008 il Movimento Cinque Stelle, in occasione del secondo “Vaffa Day”, raccolse migliaia di firme e nel 2013 presentò una proposta di legge. Il senatore M5S Giovanni Endrizzi intervenne il 3 agosto 2016 in occasione dell’esame del DDL n. 2271 sull’editoria.

Per raggiungere l’obiettivo di garantire la libertà d’espressione, probabilmente sarebbe sufficiente la semplice abrogazione dell’art. 46 della legge n. 69/1963 quello che prevede la registrazione d’un giornale solo in presenza d’un direttore responsabile iscritto all’Albo professionale dei giornalisti.

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No al green pass della vergogna!

Petizione contro il "green pass della vergogna" indirizzata ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati.

Sì, firmo ora!
440 firme

No al green pass della vergogna

Ai Sigg. Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera

Sig.ra/Sig. Presidente,

da oltre un anno e mezzo il popolo italiano subisce limitazioni radicali a diritti e libertà considerate fondamentali dalla Costituzione, dalla Cedu e dalla Dichiarazioni dei diritti fondamentali dell’uomo.

Se accettiamo che i principi fondamentali dello Stato di diritto possano essere sospesi oggi, in nome della gestione della pandemia, dobbiamo sapere che stiamo consegnando al futuro la possibilità di prendere direzioni diverse dalla democrazia in nome di qualsiasi altra minaccia che dovesse presentarsi, di origine umana o naturale

Il green pass colpisce una categoria di persone che esercita una libertà costituzionalmente garantita [non vaccinarsi], che viene penalizzata in quanto tale, per via di una propria qualità personale, di una propria condizione e di una libera scelta

Il “green pass” della vergogna viola:

  • l’articolo 1 della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione,
  • gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana,
  • l’articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE,
  • l’articolo 2 e 7 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo,
  • l’articolo 14 della Convenzione Europea sui Diritti Umani,
  • l’articolo 10 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea,
  • e, infine, la Risoluzione 2361 del Consiglio d’Europa approvata il 27/01/2021 che, al punto 7.3, vieta ogni forma di discriminazione per chi scelga di non vaccinarsi.

Le ragioni emergenziali non possono essere utilizzate come scudo per sospendere e annullare diritti considerati intangibili dai Padri Costituenti e dalla comunità internazionale

Pertanto, si chiede che l’emergenza sanitaria sia affrontata senza derogare di un passo dal percorso della civiltà del diritto.

**la tua firma**

Questa petizione è chiusa.

Data di scadenza: Sep 10, 2021

Firme raccolte: 440

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