PdAC, i comunisti contro i “negazionisti” e pro-lockdown

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« La diffusione di teorie negazioniste del Covid è un dato di fatto ».

« È evidente che si tratta di un fenomeno sociale: il negazionismo si sta diffondendo in ampi strati della popolazione e, soprattutto, sta diventando l’ideologia di gruppi, movimenti e partiti politici che danno vita, in alcuni Paesi, anche a manifestazioni di massa ».

Fabiana Stefanoni, membro del Partito di Alternativa Comunista, ha deciso di analizzare e segmentare il fenomeno in un articolo che ha pubblicato sul sito web del Partito. Si tratta, la sua, di una lettura comune agli altri partiti della (micro) sinistra italiana, tanto riformista quanto anti-capitalista. Un’interpretazione che non condividiamo ma che vogliamo riproporre per metterne in risalto errori e contraddittorietà.

Difendono i Diritti e le Libertà? Pericolosi no-mask, per Stefanoni

« Col termine negazionismo – spiega innanzitutto – ci riferiamo a un’insieme di convinzioni, teorie, atteggiamenti volti a negare, in modo più o meno sfacciato, l’esistenza di un’emergenza sanitaria (cioè di una pandemia) che richiede misure di tutela straordinarie ».

Un’analisi, a nostro parere, assolutamente semplicistica.

Il termine « negazionista » è usato a sproposito dalla compagna Stefanoni. Non si tratta certamente di un termine riconosciuto da chi protesta, bensì di una denigratoria aggettivazione assegnata dai politici al governo e dalla stampa confindustriale che lo sostiene.

Chi contesta i provvedimenti governativimi verrebbe da spiegare alla compagna se solo lei volesse confrontarsi con chi la pensa diversamente – non nega la realtà della diffusione di un nuovo virus, bensì contesta la “narrazione” ufficiale e la legittimità ed utilità dei provvedimenti adottati dal governo.

La comunista però non ha intenzione di non ascoltare nessuno, evidentemente.

Infatti afferma convintamente come : « le espressioni più stravaganti (e pericolose) sono rappresentate dai cosiddetti movimenti No Mask, che hanno dato vita soprattutto in alcuni Paesi europei – Germania, Francia, Spagna, Inghilterra – a partecipate manifestazioni di protesta contro le misure di quarantena (che sarebbero lesive della libertà individuale) ».

Per i Comunisti, evidentemente, i Diritti Umani ( circolazione, riunione, diritto alla difesa, all’istruzione, etc ), i Diritti Costituzionali, devono passare in secondo piano rispetto all’emergenza sanitaria non possono essere assicurati contemporaneamente ai trattamenti medici.

Stefanoni: Non tutti i negazionisti ignoranti, ma sono semplici ribelli

Fabiana Stefanoni, tuttavia, è costretta ad ammettere nel proprio articolo che il negazionismo è « un fenomeno eterogeneo anche dal punto di vista culturale: non sono esclusivamente persone ignoranti, alla “Angela da Mondello”, quelle che hanno cercato di farci credere che il virus non esiste o comunque non è pericoloso. Rientrano nel novero anche medici, intellettuali, artisti, giornalisti rinomati ».

Medici, intellettuali, artisti, giornalisti rinomati perché contestano il governo ed i suoi provvedimenti, secondo Stefanoni?

Perché, secondo lei, sarebbero rappresentanti di « gruppi fascisti e dell’estrema destra » ovvero di « settori di “sinistra” che, non avendo una prospettiva di classe e di sistema, vedono in ogni protesta un segno positivo di ribellione ».

Una tesi che ci appare debole, miope, onestamente.

La rappresentante comunista, insiste e contesta perfino « il ruolo di settori intellettuali nonché di numerose organizzazioni politiche e sindacali della sinistra nell’avallare pericolose politiche di sostegno alle riaperture (in particolare in relazione al tema dell’apertura delle scuole, dei teatri, dei cinema) ».

Non spiega, però, Fabiana Stefanoni, le ragioni scientifiche che imporrebbero la chiusura di ogni attività sociale e culturale per il ceto medio della popolazione. Non si sforza di proporre “protocolli”, anche più stringenti dei vigenti, per garantire una vita decente ma sicura per tutti.

Lei è perfettamente allineata, in sostanza, ai DPCM di Giuseppe Conte ed alle ordinanze del ministro Roberto Speranza! Anzi, sostiene provvediemnti ancor più diresttivi delle libertà individuali.

Chi protesta? Classe media impoverita, non degna sostegno

Per Fabiana Stefanoni, comunque, a protestare, a riempire, spesso, le piazze italiane e, soprattutto straniere, è la classe media che, dall’epidemia, avrebbe subito « un ulteriore duro colpo alle condizioni di vita ».

Per la rappresentante del Partito di Alternativa Comunista, che, evidentemente, non mira a coinvolgere politicamente le classi medie-basse, queste sarebbero state raggirate dalla « classe dominante ».

Quest’ultima, la Grande Borghesia, infatti, « quella cioè che detiene i mezzi di produzione [e che] controlla anche i mezzi di comunicazione […] ha occultato o minimizzato i dati sul Covid, lasciando intendere che l’emergenza fosse finita ».

Una Grande Borghesia che avrebbe confuso e coinvolto nelle « illusioni sulla fine dell’emergenza sanitaria [perfino] il proletariato ».

Stefanoni senza tivvù: La stampa non confessa l’emergenza sanitaria

Non è dato sapere a quali mezzi di comunicazione si riferisca la Stefanoni, atteso che, eccetto durante un paio di mesi di tregua estiva, tivvù di Stato e stampa confindustriale martellano la popolazione con titoli e dati drammatici, instillando abbondanti dosi d’ansia nella popolazione. Tivvù e giornali che evitano, quasi, di citare altre importanti vicende o temi che non riguardino direttamente l’emergenza sanitaria.

Fabiana Stefanoni, tuttavia, è certa di « un’orizzonte radioso », di una futura « esistenza dignitosa » per i proletari, per le lavoratrici e i lavoratori, a seguito di « una trasformazione rivoluzionaria », che lei, ed il suo partito, sembrano credere possa giungere magari da una lunga quarantena, un lungo lockdown [1].

A rovesciare l’esistenza grama basteranno poi, a quarantena finita, « la ripresa degli scioperi operai » e delle « lotte di massa ».

Noi invece crediamo che la disperazione conduca al populismo, che consegni le lavoratrici e i lavoratori nelle mani delle destre xenofobe e padronali.

E non vogliamo per nessun motivo, cara Fabiana, doverti dire, un giorno: “avevamo ragione noi”.

Note:

[1] “Imponiamo una quarantena”, dichiarazione del Comitato Centrale del Pdac del 25 ottobre 2020.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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