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Guerre & Disarmo

Birgi: il 20 maggio presidio contro tutte le guerre

18 Maggio 2022 by FronteAmpio.it Lascia un commento

droni: il MQ-9 Reaper

« L’immediato cessate il fuoco in Ucraina, la sua smilitarizzazione con il ritiro immediato di tutti gli eserciti e dei posizionamenti militari. Lo stop all’invio di armi in Ucraina e di soldati dall’Italia ai siti Nato. Il ritiro di tutte le missioni militari all’estero ».

E’ quanto chiedono al governo i sindacati autonomi che, contro questa e tutte le guerre, per venerdì 20 maggio prossimo hanno proclamato uno sciopero generale per tutti i settori, scuola e trasporti inclusi.

Nell’occasione, i rappresentanti dei sindacati autonomi CUB Scuola e SGB, presenti in provincia di Trapani, hanno indetto un presidio da svolgersi dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 17 davanti l’ingresso della base aeroportuale militare di Birgi. All’evento ante meridiano sarà presente anche una delegazione di lavoratori di Enna guidati dal segretario regionale del sindacato SGB Aldo Mucci.

I sindacalisti Natale Salvo (CUB) e Giovanni Oliva (SGB), promotori della manifestazione, contestano anche « le spese militari » del governo, tanto per la missione italiana ai confini con l’Ucraina quanto per l’acquisto e invio di armi al paese in guerra, non solo perché in violazione della legge 185 del 1990 ma anche perché « tali risorse economiche si sarebbero potute destinare alla scuola, alla sanità pubblica, ai trasporti nonché al salario garantito per disoccupati e sottoccupati ».

Le richieste dei sindacati: fermare spesa militare, aumentare salari

E’ assolutamente insufficiente, infatti, l’elemosina delle 200 euro del bonus energia difronte un’inflazione che è calcolata quasi al 6% [1].

Per i sindacati autonomi « non è ammissibile, soprattutto in questa fase di guerra, lasciare libertà di aumenti esponenziali dei prezzi alle imprese fornitrici e agli speculatori intermediari ». Per questo motivo, chiedono che il Parlamento approvi immediatamente una « legge per il congelamento immediato dei prezzi di tutti i beni ed i servizi primari (generi alimentari di prima necessità a partire dal pane e della pasta, utenze energetiche, carburante, assicurazioni etc) ».

I sindacati CUB e SGS avvisano: « Le conseguenze degli effetti combinati della pandemia, della guerra guerreggiata e delle sanzioni alla Russia colpiranno esclusivamente lavoratori, lavoratrici e disoccupati distruggendo posti di lavoro in Italia ». Di conseguenza chiedono la « riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario », poiché « solo con la riduzione della giornata lavorativa si potranno salvare centinaia di migliaia di nuclei famigliari da una nuova ondata di povertà e disperazione ».

I sindacati, che chiedono ai cittadini di sostenere lo sciopero e la manifestazione a Birgi con la propria presenza, non dimenticano quei cittadini privi d’una casa di proprietà. Per loro, chiedono al Parlamento « un nuovo piano strutturale di edilizia residenziale pubblica che preveda anche il riuso del patrimonio pubblico in disuso ».

—

Fonti e Note:

[1] MSN, “Inflazione, carrello spesa sale a +5,7%: accelerano alimentari”.

Archiviato in:Guerre & Disarmo Contrassegnato con: Birgi, Cub Scuola

La spesa militare aumenterà di 13 miliardi annui

18 Marzo 2022 by FronteAmpio.it Lascia un commento

La Camera dei Deputati ha approvato a larghissima maggioranza (391 voti favorevoli su 421 presenti, 19 voti contrari) un Ordine del giorno collegato al cosiddetto “Decreto Ucraina” proposto dalla Lega Nord e sottoscritto da deputati di PD, FI, IV, M5S e FdI che impegna il Governo ad avviare l’incremento delle spese per la Difesa verso il traguardo del 2 per cento del Prodotto Interno Lordo.

« Ciò significherebbe – spiega l’Osservatorio Milex [1], citando le cifre fornite dal Ministro della Difesa Guerini, passare dai circa 25 miliardi l’anno attuali (68 milioni al giorno) ad almeno 38 miliardi l’anno (104 milioni al giorno) ».

L’ordine del giorno, in particolare chiede che « nell’immediato, ad incrementare alla prima occasione utile il Fondo per le esigenze di difesa nazionale » [1].

Questo Fondo, ha per finalità « il finanziamento … nel settore dell’industria nazionale a elevato contenuto tecnologico … per la realizzazione di programmi di investimento pluriennale per esigenze di difesa nazionale, derivanti anche da accordi internazionali » [2].

In parole più semplici, si tratta di regalare soldi all’industria militare italiana – pubblica e privata – al fine della progettazione di strumenti bellici da impiegare nell’ambito NATO.

Aumento spesa militare: Pro e Contro

A votare contro, in sostanza, solo la sparuta rappresentanza della Sinistra ( Sinistra Italiana, Verdi, gli ex cinque stelle confluiti in Alternativa ). Lo fa notare Il Manifesto che riporta anche le giustificazioni esposte da Cinque Stelle e Partito Democratico.

« Siamo conseguenti a un impegno preso da tempo in sede NATO », spiega al Manifesto il capogruppo Alberto Pagani ( Partito Democratico ). Conferma Giovanni Luca Arresta ( Cinque Stelle ): « L’ordine del giorno votato risponde a un impegno presa dai paesi NATO nel 2014 » [3[.

Diverso l’avviso di Potere al Popolo. Su Twitter commenta il portavoce Giuliano Granato: « 13 miliardi in più in spesa militare invece che per abbassare benzina e bollette ».

13 miliardi in più all’anno, che il governo “dei migliori” nega anche:

  • ai lavoratori pensionandi ( vedi soppressione “quota 100” ),
  • a progetti di inserimento nel mondo del lavoro per i disabili,
  • all’ampliamento delle fasce raggiungibili dal reddito di cittadinanza,
  • alla tutela della salute ( aumento posti letto ospedalieri, taglio “liste d’attesa” per gli esami o dei ticket sanitari ),
  • agli aumenti contrattuali nel settore scolastico.

Pochi i cittadini attenti a questa grave notizia; quasi nessuno a lamentarsene.

–

Fonti e Note:

Credits: immagine di Z, ovvero @vignetterosse

[1] Milex, 16 marzo 2022, “La Camera chiede aumento delle spese militari al 2% del PIL: 104 milioni al giorno”.

[2] Trovalegge, “Art. 615 Codice Ordinamento Militare – Fondo per esigenze di difesa nazionale”.

[3] La pagina de Il Manifesto che porta la notizia: “La Camera dice sì a Guerini: 13 miliardi in più di spese militari“:

Archiviato in:Guerre & Disarmo Contrassegnato con: Spesa militare

Guerra nucleare, Italia: quanti morti e dove?

18 Marzo 2022 by FronteAmpio.it Lascia un commento

Lo scenario denominato “Plan A” riguardante una guerra nucleare, predisposto dagli scienziati dalla Princeton University, prevede 91,5 milioni di morti entro i primi 45 minuti dall’esplosione delle testate nucleari. Morti che si concentrerebbero su Italia e Europa centrale, Russia occidentale e Stati Uniti.

Lo abbiamo spiegato più in dettaglio in “Chiesa: spesa militare inutile difronte guerra nucleare”.

Chiesa: spesa militare inutile difronte guerra nucleare

Gli obiettivi russi in Italia: Aviano, Ghedi e Sigonella

Ma, più in dettaglio, quali potrebbero essere gli obiettivi e le vittime dei primi colpi russi in Italia?

L’Italia, purtroppo, è un paese NATO molto esposto militarmente, tanto per l’invio di armi all’Ucraina quanto, soprattutto, per la presenza delle basi americane sul proprio territorio.

Va giusto ricordato che l’Italia conserva, per conto della NATO:

  • 50 testate nucleari ad Aviano ( Pordenone ),
  • e 40 a Ghedi ( Brescia ) [1],

che sono quindi naturali obiettivi di un’eventuale attacco russo come potrebbe esserlo l’importante base americana di Sigonella, in Sicilia.

Un software calcola la carneficina di una guera nucleare sull’Italia

Utilizzando il software Nukemap [2], sviluppato da questi scienziati, si rileverebbe che una eventuale risposta russa con una bomba Topol SS-25 da 800 kilotoni ( Kt ) sulla base militare americana di Ghedi (Brescia) costerebbe immediatamente 18.000 morti e 32.000 feriti. La nube radioattiva, successivamente, potrebbe estendere i suoi effetti su oltre la città lombarda, l’intero circondario del Lago di Garda, Verona, Trento e Bolzano.

Tanti i fattori, chiaramente, che potrebbero influenzare i numeri: la direzione e la forza del vento, se l’esplosione avviene a terra o in aria, oppure ancora se i lanci di ordigni nucleari fossero multipli.

Una sola esplosione a Ghedi, con vento direzione Milano, causerebbe, ad esempio, 30.000 morti e 147.000 feriti nell’immediato.

Se uno degli obiettivi russi fosse la base Nato di Sigonella ( Lentini, Sicilia ), l’esplosione costerebbe immediatamente 7.830 morti e quasi altrettanti feriti. La nube radioattiva, successivamente, estenderebbe i suoi effetti su Catania, Acireale e tutta la costa siciliana sino a Messina e quindi su Reggio Calabria.

Più o meno lo stesso danno in termini di perdite di vite umane accadrebbe se ad essere colpita fosse la base americana di Aviano, Pordenone ( 6.570 morti, 11.610 feriti ).

La più grande bomba atomica mai lanciata, la Zar Bomba ( 50Mt )

Naturalmente, non immaginiamo che in Italia sia lanciata la “Zar Bomba”, quella da 50 Megatoni, ovvero da 3125 volte l’energia emanata da Little Boy ( la bomba atomica utilizzata dagli Stati Uniti su Hiroshima ). Quella sì che sarebbe “devastante”: il simulatore della calcola:

  • 180.000 morti immediati intorno Aviano,
  • 430.000 intorno a Ghedi,
  • 291.000 nell’area di Sigonella.

« Fateci un po una riflessione, chi non pensa che il problema della neutralità dell’Italia non conta e che il problema dell’uscita dalla NATO è inutile porselo perché non ce lo permetteranno mai. Questo è un modo da ragionare da schiavi » ( Giulietto Chiesa, articolo FronteAmpio citato ).

–

Fonti e Note:

[1] Panorama, 24 aprile 2013, “Armi nucleari in Italia: dove, come e perché”.

Le bombe nucleari “italiane” sono di modello B 61-3, B61-4 e B61-10. Il primo modello ha una potenza di 107 chilotoni, gli altri due di 45 e 80 chilotoni, rispettivamente.

[2] Nukemap.

Archiviato in:Guerre & Disarmo Contrassegnato con: Guerra

Chiesa: spesa militare inutile difronte guerra nucleare

18 Marzo 2022 by FronteAmpio.it Lascia un commento

« Gli 80 milioni di euro che noi paghiamo ogni giorno, cioè 25 miliardi all’anno, che noi spendiamo per comprare armamenti inutili [ in caso di guerra nucleare tra NATO e Russia ] dureranno un giorno e mezzo », ci avvisava Giulietto Chiesa in un video pubblicato [1] sei mesi prima dell’improvvisa scomparsa.

Conseguentemente, aggiungeva l’insostituibile Chiesa, : « quindi noi stiamo buttando dalla finestra 25 miliardi di euro l’anno per un sistema difensivo che non avrà nessuna possibilità di reggere … ».

Denaro che, uscendo dalla NATO, potrebbe essere destinato alla salute dei cittadini, all’istruzione, alla lotta contro la povertà.

In quell’editoriale, Chiesa mostrava la video simulazione predisposta dalla Princeton University [2] in uno scenario di guerra nucleare.

« Questo pezzo audiovisivo di quattro minuti – spiegavano gli scienziati inglesi – è basato su valutazioni indipendenti delle attuali posizioni delle forze statunitensi e russe, dei piani di guerra nucleare e degli obiettivi delle armi nucleari » [3].

Guerra nucleare tra NATO e Russia? Quasi 100 milioni morti subito

Per farla breve, lo scenario denominato “Plan A”, piano A, prevede 91,5 milioni di morti entro i primi 45 minuti dall’esplosione delle testate nucleari [4]. Morti che si concentrerebbero su Italia e Europa centrale, Russia occidentale e Stati Uniti.

Morti ai quali, naturalmente, occorrerebbe aggiungere i successivi decessi, per i conseguenti danni da calore, incendi e radiazioni.

E, per questo, « lo strumento di simulazione incorpora un modello di trasporto atmosferico per valutare il fallout nucleare per ogni scenario di attacco ».

Un video che andrebbe mostrato a giovani e adulti, a Zelenskyy e a tutti coloro che oggi reclamano “no fly zone” sull’Ucraina, ai politici italiani ( dalla Lega al PD ) che sostengono la necessità di aumentare del 30% ( dall’1,5 al 2% del PIL ) la spesa italiana in armamenti.

–

Fonti e Note:

[1] Canale YouTube “PandoraTv”, 25 settembre 2019, “Il Punto di Giulietto Chiesa: Sarà così il suicidio nucleare?”.

[2] Princeton University, “Simulating Nuclear War”.

[3] Princeton University, “Plan A”.

[4] Canale YouTube Alex Glaser, 6 settembre 2019, “Plan A”.

Archiviato in:Guerre & Disarmo Contrassegnato con: Giulietto Chiesa, Guerra

Siria, dopo 11 anni di guerra: situazione umanitaria devastante

15 Marzo 2022 by FronteAmpio.it Lascia un commento

Dal marzo 2011 l’intero territorio della Siria è tutt’ora coinvolto in un complesso conflitto armato. « Sette milioni di siriani sono sfollati interni e sette milioni sono rifugiati » all’estero.

570.000 morti [ dati marzo 2019, NdR ], inclusi 112.000 civili e « 88.000 cittadini che sono stati uccisi sotto tortura nei centri di detenzione e nelle prigioni del regime », almeno due milioni i feriti sotto i bombardamenti, secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani [1].

Il rapporto ONU sulla Siria: diritti umani devastati anche dai cinque eserciti stranieri presenti

« Nei famigerati campi di Al Hol e Al Roj nel nord-est della Siria, sono internate quasi 60.000 persone, 40.000 dei quali bambini. Le popolazioni dei campi vivono in condizioni che equivalgono a trattamenti crudeli, inumani e degradanti, sotto il rischio costante di essere feriti, uccisi o trafficati »[2].

« Possibili crimini di guerra e altri incidenti che causano danni ai civili in Siria nel 2018-2019 da parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti » non sono indagati, benché ripetutamente richiesto dall’ONU [2].

« L’economia è in caduta libera: si stima che il 90% della popolazione viva sotto la soglia di povertà ».

Questa la situazione della Siria, sinteticamente descritta nel nuovo rapporto, appena presentato dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite [3].

« Il rapporto documenta gravi violazioni dei diritti umani fondamentali e del diritto umanitario in tutto il Paese ».

Una situazione « devastante », ha commentato Paulo Pinheiro, presidente della Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sulla Siria.

« La crisi nella Repubblica araba siriana – spiega il rapporto ONU – è esacerbata dalla presenza di cinque eserciti stranieri, vari gruppi armati non statali ed entitàdesignate quali terroristiche dalle Nazioni Unite ».

In particolare, nel Paese, sono impegnati:

  • la Federazione Russa,
  • il Regno Unito,
  • gli Stati Uniti d’America,
  • la Turchia,
  • e Israele.
  • Nonché gruppi che fanno riferimento ad Al-Qaida o al Da’esh.

Siria, paese laico a maggioranza di islamici diventicato dai media

Eppure di questa situazione siamo all’oscuro, nessun telegiornale dello stato italiano o delle tivù commerciali, nessun talk show, nessun titolo di giornale con foto dei bambini siriani è stato loro dedicato.

Forse perché la Siria è un Paese a maggioranza islamica?

Forse perché tra i colpevoli dei bombardamenti e di migliaia di morti, bambini inclusi, c’è la “Coalizione Internazionale” capeggiata dai dispensatori di democrazia, gli Stati Uniti?

–

Credits: Photo by aladdin hammami on Unsplash

Fonti e Note:

[1] Syrian Observatory For Human Rights, 15 marzo 2019, “More than 570 thousand people were killed on the Syrian territory within 8 years of revolution demanding freedom, democracy, justice, and equality”.

[2] Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, 9 marzo 2022, “Syria’s abyss: UN Syria Commission warns of escalating violence, plummeting economy and a humanitarian disaster”.

[3] Nazioni Unite, 9 marzo 2022, “Fears grow for Syria amid rising violence, deepening humanitarian crisis” [ PDF ].

Archiviato in:Guerre & Disarmo Contrassegnato con: Guerra, ONU, Siria

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No al green pass della vergogna!

Petizione contro il "green pass della vergogna" indirizzata ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati.

Sì, firmo ora!
440 firme

No al green pass della vergogna

Ai Sigg. Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera

Sig.ra/Sig. Presidente,

da oltre un anno e mezzo il popolo italiano subisce limitazioni radicali a diritti e libertà considerate fondamentali dalla Costituzione, dalla Cedu e dalla Dichiarazioni dei diritti fondamentali dell’uomo.

Se accettiamo che i principi fondamentali dello Stato di diritto possano essere sospesi oggi, in nome della gestione della pandemia, dobbiamo sapere che stiamo consegnando al futuro la possibilità di prendere direzioni diverse dalla democrazia in nome di qualsiasi altra minaccia che dovesse presentarsi, di origine umana o naturale

Il green pass colpisce una categoria di persone che esercita una libertà costituzionalmente garantita [non vaccinarsi], che viene penalizzata in quanto tale, per via di una propria qualità personale, di una propria condizione e di una libera scelta

Il “green pass” della vergogna viola:

  • l’articolo 1 della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione,
  • gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana,
  • l’articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE,
  • l’articolo 2 e 7 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo,
  • l’articolo 14 della Convenzione Europea sui Diritti Umani,
  • l’articolo 10 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea,
  • e, infine, la Risoluzione 2361 del Consiglio d’Europa approvata il 27/01/2021 che, al punto 7.3, vieta ogni forma di discriminazione per chi scelga di non vaccinarsi.

Le ragioni emergenziali non possono essere utilizzate come scudo per sospendere e annullare diritti considerati intangibili dai Padri Costituenti e dalla comunità internazionale

Pertanto, si chiede che l’emergenza sanitaria sia affrontata senza derogare di un passo dal percorso della civiltà del diritto.

**la tua firma**

Questa petizione è chiusa.

Data di scadenza: Sep 10, 2021

Firme raccolte: 440

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