Iran, Samira Sabzian: una condanna strumentalizzata

Perché non guardiamo mai la gobba nostra e ci dedichiamo ad osservare e criticare quella degli altri? Questa è una domanda che ci facciamo spesso, non è vero?

Ho osservato, di recente, che la stampa italiana ha dedicato particolare attenzione a un avvenimento accaduto in Iran: l’esecuzione di una condanna a morte a carico di una donna, Samira Sabzian.

Un atto sicuramente disumano che condanniamo tutti, ma purtroppo legale, legittimo. Legale perché previsto dalle leggi dell’Iran per gli assassinii: vita per vita c’è scritto, salvo il perdono dei parenti che però stavolta non è arrivato. Legale perché Samira aveva sulle spalle una pesante condanna per omicidio, per l’omicidio del marito.

Come è legale l’esecuzione della condanna a morte in tanti altri Paesi, oltre 50, tra cui i “civilissimi” e cristiani Stati Uniti d’America, il Giappone, l’Arabia Saudita, l’Egitto, la Cina, il Vietnam, pure in Israele ecc. Sono state eseguite 883 condanne a morte nel 2022 ad esempio, secondo Amnesty [1].

La stampa, tra tutte le condanne a morte eseguite giornalmente nel mondo, ha però prestato attenzione alla condanna di Samira.

Anzi, ci ha pure elargito diversi dettagli, veri o falsi ( chi può smentire? ), per farci sentire più vicini alla poveretta. “Il Giornale” ha volutamente usato il “titolo” – dove spesso solo si sofferma il lettore nello scorrere veloce le notizie – per dirci che Samira era una « sposa-bambina » [2]. Più avanti l’ha descritta, sempre con arte, come una « ragazza ». Solo poi, nell’articolo, si viene a sapere che era « quasi trentenne », un adulto insomma ( era una « giovane donna di 32 anni » per il Corriere della Sera [3] ).

Poi ci offendiamo se la stampa iraniana scrive che quella italiana è di regime ?

Le spose bambine, non solo Iran: 12 milioni nel mondo, ma 17 in Italia

Sì, si è sposata a 15 anni, certo. Ma non è vero che il Corano prevede « matrimoni forzati », come viene fatto intendere tra le righe.

Save the Children conferma che « ogni anno, nel mondo, 12 milioni di bambine e ragazze, più di 1 su 5, si sposano prima di aver compiuto i 18 anni ». Spiega poi la ONG che i matrimoni precoci avvengono spesso perché « i genitori pensano che far sposare le loro figlie rappresenti una forma di prevenzione da violenza o per proteggerle dallo stigma associato all’avere una relazione o rimanere incinta fuori dal matrimonio » [4].

D’altro canto, nella stessa Italia, il matrimonio è consentito già a 16 anni, in presenza di autorizzazione di un giudice. Osservando i dati ISTAT [5], quelli del 2018 ad esempio, si rilevano:

  • 3 matrimoni di “bambine” di 16 anni di cui uno con un 56enne;
  • 14 matrimoni di ragazze di 17 anni di cui uno con un 36enne;
  • 483 matrimoni di ragazze appena maggiorenni di cui uno con uno sposo 63enne e 4, in totale, con ultra 50enni.

Tutto legale, ovvio, anche qui in Italia.

Tuttavia, quanto accaduto in Iran, proprio in Iran, è un « orrore », per “Il Giornale”. Il marito era « un uomo violento », scrive il “Corriere” come a giustificare l’omicidio. Poi Ancora aggiunge: in Iran, « la dittatura fa quello che vuole ». Naturalmente la fonte delle informazioni di tutti i giornali italiani è la stessa: un’organizzazione con sede a Oslo, in Norvegia [6].

La gobba dell’Italia: un carcere violento e disumanizzante

Sì, è vero, assolutamente, togliere la vita anche al peggior assassino è disumano. Ma lo è, anche,

  • gettarlo in galera a vita, senza concedere alcuna speranza, come con l’ergastolo “ostativo”;
  • gettarlo in una cella in isolamento per anni e anni, come col 41bis , una morte civile;
  • vietarli pure di poter leggere un libro, come si fa oggi con l’anarchico Alfredo Cospito condannato al 41bis senza aver mai ucciso nessuno.

Sì, è disumano sapere che l’iraniana Samira Sabzian, dall’età di 19 anni, cioè da quando fu rinchiusa in carcere dopo l’omicidio, non ha potuto vedere più i suoi due figli, neanche il piccolo di appena sei mesi. Ma è altrettanto disumano, come avviene nella “civile” Italia per volontà del governo Meloni, mettere in carcere una puerpera e il suo neonato, forse perché rom, anziché posticipare l’esecuzione della pena.

Ma non leggiamo sulle colonne del “Giornale” o del “Corriere” condanne su quanto di disumano avviene in Italia. Perché non guardiamo la gobba nostra? Perché si condanna solo l’Iran?

Forse perché l’Iran è sodale della Russia, oggi nemica dell’impero d’occidente?

Forse perché è un paese islamico?

Forse perché la destra nostrana, e la numerosa stampa al suo servizio, gongola con l’islamofobia? Forse perché ritiene che, divulgando queste notizie, riesca a manipolare le coscienze e diffondere, nel paese, quel razzismo nel quale la destra stessa sguazza come un porco nella propria pozzanghera di fango?

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Fonti e Note:

Credits: Photo by Itzel González Lara on Unsplash

[1] Amnesty, “Pena di morte”.

[2] Il Giornale, 19 dicembre 2023, “L’ultimo orrore dei pasdaran: sposa bambina condannata a morte”.

[3] Corriere della Sera, 20 dicembre 2023, “La sposa bambina Samira Sabzian è stata impiccata in Iran: era accusata di avere ucciso il marito”.

[4] Save the Children, 11 ottobre 2018, “Giornata internazionale delle bambine: nel mondo 12 milioni di spose bambine ogni anno”.

[5] Istat,Matrimoni”.

[6] Iran Human Rights (IHRNGO), “Samira Sabzian Executed in Ghezelhesar Prison”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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