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alimentazione

Gli esperti: 2040, meno cibo e crollo della popolazione

31 Luglio 2021 by FronteAmpio.it Lascia un commento

cibo

La tivù francofona belga RTBF ha riportato alla luce, ieri, uno studio del 1972 che prevede orizzonti apocalittiche per l’umanità con l’avvicinarsi dell’anno 2040.

« Incendi devastanti, pandemie dilaganti di coronavirus, inondazioni massicce e altre perturbazioni climatiche legate al riscaldamento globale sono tutti flagelli che la maggior parte di noi non avrebbe mai immaginato di dover affrontare solo pochi anni fa. Eppure, nel 1972, un piccolo gruppo di ricercatori americani ha anticipato questo scenario catastrofico », spiega RTBF.

L’emittente poi precisa che l’opportunità di studiare con modelli matematici « l’evoluzione del mondo » fu decisa mezzo secolo fa dal “Club di Roma” – un’associazione di scienziati, economisti, uomini d’affari internazionali – al fine di « comprendere le sfide globali che l’umanità deve affrontare e di proporre soluzioni attraverso l’analisi scientifica, la comunicazione e la difesa ».

Nel loro libro “I limiti della crescita” [2], gli scienziati ( Meadows, Meadows, Randers et Behrens ) sostenevano che se l’umanità avesse continuato a crescere economicamente senza tener conto dei costi ambientali, sarebbe andata dritta contro il muro.

I quattro scenari previsti dai modelli sui limiti della crescita

Al termine della ricerca, erano pubblicati quattro possibili futuri scenari, recentemente aggiornati cogli ultimi dati disponibili.

Gli scenari « divergono significativamente dopo il 2020 ».

I_Limiti_della_Crescita_Modelli

Tutti gli scenari sono certi che il già inarrestabile calo delle risorse ( minerarie, energetiche, idriche ) accelererà propria all’incirca nel 2020.

Due scenari ipotizzano una grave contrazione della produzione agricola e disponibilità di cibo.

Tre scenari ipotizzano un calo dell’inquinamento a partire dal 2040 – 2050.

In tutti gli scenari, nel 2040 la popolazione non cresce o diminuisce

Ma, soprattutto, gli scenari BAU e BAU2, prevedono un significativo calo della popolazione, mentre comunque i modelli CT e SW calcolano che la popolazione globale non cresca più, resti stabile.

« Lo scenario del “business as usual” (BAU), quello per cui nulla cambierà nei comportamenti, prevede in effetti un arresto dei livelli di benessere mondiale verso il 2020 e un crollo verso il 2040 ».

–

Fonti e Note:

Credits: Photo by Viki Mohamad on Unsplash

[1] RTBF, 30 luglio 2021, “En 1972, un modèle du MIT a prédit l’effondrement de notre civilisation pour 2040, et jusqu’ici il ne s’est (presque) pas trompé”.

[2] “I limiti della crescita” ( Meadows, Meadows, Randers et Behrens ) , PDF EN.

Archiviato in:Ambiente & Clima Contrassegnato con: alimentazione

Unesco : il couscous dichiarato Patrimonio dell’Umanità

17 Dicembre 2020 by FronteAmpio.it Lascia un commento

La tradizionale preparazione del couscous è stato appena iscritta nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO.

Oggi, come in passato, il “couscous arrotolato” e le sue molteplici preparazioni costituiscono una pluralità di conoscenze e pratiche che si trasmettono per via orale, attraverso l’osservazione e l’imitazione, e devono quindi essere conservate.

Ci sono tante ricette di couscous – a base di pesce, di pollo, d’agnello o di verdure – quante sono le famiglie e un’infinita varietà di sfumature tra le regioni, facendo del piatto un vero e proprio piatto specchio delle società in cui viene cucinato.

Molto più di un piatto, è un momento, ricordi, tradizioni, conoscenze e gesti che si tramandano di generazione in generazione.

Il couscous è quindi una somma di conoscenze, in cui le donne giocano un ruolo fondamentale non solo nella preparazione e nel consumo, ma anche nella conservazione dei sistemi di valori simbolici associati.

La candidatura del couscous era sostenuta da quattro paesi africani

L’iscrizione della preparazione e del consumo del couscous quale Patrimonio dell’Umanità è il risultato di una candidatura congiunta di Algeria, Mauritania, Marocco e Tunisia. Questa iscrizione congiunta di un patrimonio comune illustra la misura in cui il patrimonio culturale immateriale può essere un argomento su cui gli Stati si riuniscono e collaborano.

Una candidatura logica se, in Marocco, il 26 ottobre d’ogni anno, si svolge la “giornata mondiale del couscous”, oppure se in Algeria, è previsto lo studio della sua tradizione persino a scuola mentre i programmi tivù di cucina si sbizzarriscono sulle sue varie ricette. In Tunisia, ancora, si svolgono dei “laboratori” (ateliers) di couscous nelle scuole, mentre in Mauritania lo Stato sostiene delle cooperative che perpetuano la tradizione della sua preparazione.

La storia di questo piatto di origine berbera, non è solo molto antica – lo si mangia almeno dal Medioevo, chiamato Kuskusi nel XIX secolo – ma anche complessa e molto varia.

È sia un piatto dell’ordinario che dell’eccezionale. Accompagna intere popolazioni dalla nascita alla morte.

Siamo davanti ad un piatto che segna la vita della gente di questi quattro paesi, e non solo: non c’è un matrimonio, una festa o una riunione di famiglia senza couscous.

Anche se è difficile essere definitivi sulla sua storia – i dibattiti tra specialisti hanno fatto parte dei preparativi per la candidatura – tutti erano d’accordo sulla verità : “il miglior couscous è quello di mia madre“.

La videopresentazione dell’UNESCO

–

Fonte e Note:

[1] UNESCO, 16 dicembre 2020, “Les traditions du couscous à l’UNESCO – un exemple de coopération culturelle internationale”.

Credits : Photo by Karolina Kołodziejczak on Unsplash ( dettaglio )

Archiviato in:Estero Contrassegnato con: alimentazione, Cultura, UNESCO

Lo zucchero: il dolce nemico della nostra salute

7 Maggio 2020 by FronteAmpio.it Lascia un commento

Che sia di canna o di barbabietola sempre zucchero è, cioè saccarosio.

Se poi si vuol sapere che differenza passa tra lo zucchero bianco e quello oscuro, di colore nocciola (brown), allora bastano 3 parole: “un procedimento chimico”.

Lo sbiancamento, infatti, si ottiene con un procedimento chimico che utilizza:

  • l’anidride carbonica,
  • l’acido solforoso,
  • il carbone di provenienza animale,
  • integrato con il colorante blu idantrene (E130), un derivato del catrame, per eliminare i riflessi giallini provocati dalla lavorazione. Sì, proprio catrame [1].
    Tutto ciò per ottenere la tipica colorazione bianchissima che da’ al consumatore il senso del puro e candido.

Lo zucchero ed i dolci non sono prodotti salva-vita, anzi favoriscono le fermentazioni acide nell’apparato digerente, favorendo l’acedosi nel sangue.

Le Linee guida dell'OMS sul consumo di zucchero raccomandano un’assunzione ridotta di zuccheri aggiunti per tutta la vita. Sia per i bambini che per gli adulti, gli zuccheri aggiunti dovrebbero essere ridotti a meno del 10% dell’apporto energetico totale. Ridurla a meno del 5% offrirebbe ulteriori benefici per la salute [meno di 25 grammi al giorno, ovvero meno di 3 cucchiaini di thè. Considera che in un bustina offerta al bar assieme al caffè ci sono poi circa 7 grammi di zucchero. NdR].

Le raccomandazioni – precisa l’Organizzazione Mondiale della Sanità – si basano sui comprovati effetti sulla salute dell’assunzione di zuccheri aggiunti.

I danni al nostro organismo provocati dallo zucchero

Lo zucchero ammala chi lo consuma ma produce grandi soddisfazioni alle ditte che lo producono. Economiche, principalmente. Condividi il Tweet

Lo zucchero, di qualsiasi provenienza, marca, colore e sapore, secondo gli studiosi, tra i tanti danni causati dallo stesso, c’è anche il rischio di malattie cardiache e cardiovascolari.
L’eccesso di zuccheri è causa di eccitabilità e iperattività, specialmente ai bambini rendendoli irritabili, agitati e aggressivi, perché inibisce la capacità di difesa dei neutrofili (i globuli bianchi che hanno la funzione di prima linea difensiva dell’organismo) e inoltre diminuisce la maturazione e la differenziazione dei linfociti.
Ricordiamoci che lo zucchero è presente in tutte le merendine industriali, nei succhi di frutta e nelle bibite !

Chiaro ?

Gli zuccheri fanno male perché favoriscono l’accumulo di tessuto adiposo, quando vengono metabolizzati generano un picco di insulina che, oltre a favorire la produzione dei grassi, è causa di fenomeni infiammatori ai tessuti che possono portare a diabete, tumori, oltre alle già menzionate malattie cardiovascolari.

Può, però certamente dirsi che lo zucchero produce grandi soddisfazioni alle ditte che lo producono. Economiche, principalmente.

Altri fattori correlati all’eccesso di zuccheri sono:

  • rischio di obesità;
  • il conseguente diabete;
  • sbalzi della pressione arteriosa;
  • accrescimento dei lipidi (grassi e colesterolo) nel sangue;
  • sonnolenza;
  • sconvolgimento dei rapporti dei minerali nel corpo: causa carenze di cromo e di rame per interferimento con l’assorbimento di calcio e magnesio;
  • rapido aumento di adrenalina, iperattività, ansia e difficoltà di concentramento;
  • acidità salivare, carie e malattie parodontali;
  • favoreggiamento delle malattie autoimmuni come artrite, asma e sclerosi multipla.

La lista potrebbe proseguire fino a stancare il lettore, tuttavia chi ha interesse ad approfondire l’argomento potrà consultare gli studi di settore, scegliendo a piacimento tra gli innumerevoli pubblicati.

Il Miele : prima alternativa allo zucchero di canna

Alimento totalmente differente dallo zucchero di canna è il miele di api che non presenta tutti i suoi inconvenienti, mentre possiede diversi fattori positivi.
Il miele viene rapidamente assimilato dall’organismo generando energia, oltre ad avere proprietà toniche e fortificanti.

Il miele è una arma efficace contro la diffusione dei superbatteri antibiotico-resistenti, cause di infezioni. Mentre i batteri continuano a evolversi mutando e gli antibiotici diventano sempre meno efficaci.

L’University of Technology di Sydney, guidata dalla microbiologa Nural Cokcetin, ha dimostrato che batteri e alcuni superbatteri sono incapaci di resistere alle proprietà medicinali di alcune qualità di miele. “Il miele è conosciuto da millenni, ma i batteri non hanno imparato a sviluppare resistenza“.

I dolcificanti alternativi allo zucchero bianco

Chi non sa rinunciare allo dolcezza dello zucchero, ma nel contempo vuole tutelare il proprio benessere e la propria salute può orientarsi tra una pluralità di dolcificanti naturali, che sono sostanze naturalmente dolci, non sottoposte a raffinazione né a trattamenti chimici dannosi per la salute.

Eccone alcune:

  • 1) Lo zucchero di canna “integrale” : contiene una minore percentuale di saccarosio, ma non subisce alcun processo di raffinazione chimica, viene semplicemente essiccato in panetti e poi gratuggiato, mantenedo la tipica colorazione ambrata. È totalmente diverso lo zucchero di canna di color ambrato con aggiunti coloranti non salutari.
  • 2) Stevia: è una pianta del Brasile e del Paraguay, le cui foglie sono dolcificanti di duecento volte circa a quello dello zucchero, senza calorie, non alterando il livello di zuccheri nel sangue è adatta ai diabetici.
  • 3)Xilitolo (E967): si estrae dalla linfa di betulla o da alcuni tipi di frutta. Apporta benefici alla salute dentale, riducendo il rischio di carie e remineralizzando lo smalto dei denti, oltre a non influire sui livelli di glicemia.
  • 4) Lucuma: frutto dell’Equador, Cile e Perù. Senza conservanti, priva di glutine, ha un basso indice glicemico.
  • 5) Sciroppo d’acero: dolcificante derivato dalla linfa d’acero, ottimo per le diete dimagranti.
  • 6) Miele: è il dolcificante naturale, ma è un alimento molto calorico non adatto ai diabetici.
  • 7) Malto d’orzo: ha poche calorie, è ricco di vitamine, minerali e maltosio, è zucchero semplice simile al fruttosio.
  • 8) Succo d’agave: sciroppo dolce estratto dalla pianta grassa.
  • 9) Amasake: discende dal riso bianco fermentato, ha un bassissimo indice glicemico.
  • 10) Succo d’uva: ideale per la colazione e per la preparazione di alcuni dolci.
  • 11) Zucchero di cocco: Non è raffinato e perciò mantiene intatte tutte le sue proprietà.
  • 12) Datteri: Sono utilizzabili per togliere acidità nei sughi a base di pomodoro.

Infine, la migliore :

  • 13) Cambiare le proprie abitudini abituandosi, anche gradatamente, al gusto naturale degli alimenti.

—

Note :

Credits : Photo by Yarden on Unsplash

[1] L’antrachinone viene ottenuto industrialmente dall’ossidazione dell’antracene avente formula C14H10 costituito da tre anelli benzenici condensati contenuto nel catrame di carbone. L’antrachinone e alcuni suoi derivati hanno capacità coloranti. Un colorante antrachinonico è il blu idantrene ottenuto dal 2-amminoantrachinone trattato con idrossido di potassio in presenza di un sale di potassio (Fonte : Chimicamo.org).

Archiviato in:Autori Contrassegnato con: alimentazione, Salute

Tweet del giorno : Più Europa, gli italiani non vogliono lavorare

5 Maggio 2020 by FronteAmpio.it Lascia un commento

twitter

3 maggio 2020 – Seguire i tweet dei nostri politici nazionali rende un’idea delle posizioni politiche molto più ampia rispetto a quella offerta da giornali e tivù di regime. La, infatti, c’è posto solo per chi ha il potere. I soliti noti. Altre posizioni vengono oscurate.

Un metodo fascista di manipolare poi il voto. Ma loro, i giornalisti di professione, poverini, non lo fanno apposta. Non lo capiscono. Stop.

Giornata della Libertà di Stampa

In tanti, siano politici o giornalisti, hanno diffuso i loro messaggi per ricordala. Si tratta di messaggi d’occasione, ne riporto alcuni e commento in “Una giuria popolare per le balle dei media”.

Una giuria popolare per le balle dei media

Per la serie non siamo tutti uguali, tuttavia, cito qui il migliore ed il peggiore.

Certamente fuori dal coro è la Vicepresidente della Camera Mara Carfagna (Forza Italia) che twitta : « E’ nostro dovere difendere ovunque l’informazione dalla censura illiberale e dal condizionamento politico ». Non dice come, ma almeno centra parte del problema. Al contrario pesantemente equivoco è il sottosegretario all’editoria Andrea Martella (PD) che si limita a ricordare : « la stampa libera e autorevole arma decisiva per sperare di vincere la sfida del virus ».

Lavoro & Immigrazione

Piercamillo Falasca (vice-segretario di Più Europa) twitta provocando Salvini e i tanti italiani sciocchi (che non capiranno quindi) : « come mai, ora che mancano tanti lavoratori stagionali per le nostre aziende agricole, non si fanno avanti quelli a cui gli stranieri avrebbero rubato il lavoro ? Forse era tutta una scemenza la tesi del furto di lavoro ? ».

Interessante. Penso che Falasca per questo meriti il titolo di miglior tweet del giorno.

Lo stesso Falasca, tuttavia, da buon liberista, si lancia poi in una richiesta politica molto ardita che si traduce in pratica nella promozione del lavoro precario : « la reintroduzione dei voucher sarebbe una cosa giusta. Ora più che mai permetterebbero di creare lavoro (es. ristorazione per asporto, agricoltura, lavori domestici) ».

Allucinante.

Il caso Nino Di Matteo vs. Fofò Bonafede

Le dichiarazioni del magistrato antimafia (mi domando gli altri sono pro mafia?) accendono il dibattito tivù e social. Di Matteo accusa Bonafede di aver proposto a lui la direzione del DAP, le carceri italiane, e dopo 48 ore di essersene pentito.

Ovviamente da Destra e Sinistra si chiedono strumentalmente le dimissioni del ministro Fofò Bonadefe (M5S).

In particolare, Giuseppe Sottile (Vox Italia) rilancia un post sarcastico di “Le frasi di Osho” che mette assieme la vicenda delle visite congiunti della #fase2 col caso Bonafede: « si potranno incontrare solo le persone che fanno parte della famigghia ». Ogni riferimento alla Sicilia è voluto. Marco Rizzo (Partito Comunista) twitta : « non permettiamo un minuto di più tale vergogna ».

Covid-19 e Femminismo

Nicola Zingaretti (PD) accoglie con favore l’integrazione delle 15 task force governative anti-Covid. Ai 450 uomini si aggiungeranno un numero imprecisato di donne, dopo che queste si erano lamentate, con una mobilitazione social, della propria sotto rappresentanza : « più donne nella task force sulla rinascita economica e in tutti i posti dove si decide ».

Covid-19 ed ISTAT

L’ISTAT pubblica dei dati ufficiali sulla mortalità in Italia, confrontando i primi quattro mesi del 2020 a quelli del 2019. Se, come ci si immaginava, si evidenzia un incremento in talune aree del Nord, si scopre (sorpresa!) un calo, anche significativo, al Centro-Sud.

Sul tema arriva il commento dell’avvocato Marco Mori (Vox Italia) : « in sostanza l’ISTAT ha certificato che abbiamo zone d’Italia in quarantena, malgrado la mortalità media sia scesa durante la pandemia : in quelle zone dovrebbe essere riaperto tutto immediatamente ».

Naturalmente c’è chi legge i dati al contrario. Giorgio Cremaschi (Potere al Popolo) li interpreta così : « questo vuol dire che i morti reali di coronavirus in Italia saranno ben oltre 40.000 » [non i circa 26.000 dichiarati dalla Protezione Civile].

La scienza matematica è bella perché è solo un’opinione.

Salute & Alimentazione

« un cartello di aziende ha chiesto alla Commissione UE di rendere obbligatorio il NutriScore in tutti i supermercati ». Un’informazione che, per #FdI, deve essere sottaciuta : che importa della salute degli italiani tutti ? Prima i… Condividi il Tweet

In nome del Made in Italy – i cui prodotti alimentari a quanto sembra sono dannosi alla salute – la Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) annuncia allarmata : « un cartello di aziende, guidato da multinazionali francesi, ha chiesto alla Commissione UE di rendere obbligatorio il NutriScore in tutti i supermercati ». Un’informazione che, evidentemente, deve essere sottaciuta : che importa della salute degli italiani tutti ? Prima i portafogli degli industriali italiani.

Il tweet della Meloni – paladina degli imprenditori anche a danno del popolo – merita il titolo di più trash della giornata.

Per chi volesse approfondire il tema, ricordo che ne ho scritto nell’intervista al dietista marsalese Carlo Pipitone.

Covid-19 e cibo spazzatura : intervista al dietista Pipitone

Flash dall’Estero

Emma Bonino (Più Europa) pensa a ben altro che le piccole faccende nazionali e twitta : « le mutilazioni genitali femminili in Sudan diventano reato ».

Agli italiani non fregherà una beata m*****a, ma la Bonino non è mai stata una provincialotta.

–

Credits : Photo by Kon Karampelas on Unsplash

Archiviato in:Tweet del Giorno Contrassegnato con: alimentazione, Lavoro, Salute

Covid-19 e cibo spazzatura : intervista al dietista Pipitone

21 Aprile 2020 by FronteAmpio.it 1 commento

cibo-spazzatura

I primi esami dell’Istituto Superiore di Sanità e lo studio delle cartelle cliniche delle persone decedute con coronavirus, hanno evidenziato la presenza in tali soggetti di multi-patologie, che – come vedremo – dipendono spesso dal consumo di cibo spazzatura.

Tra queste:

  • ipertensione,
  • diabete,
  • obesità,
  • epatiti,
  • BPCO (Broncopneumopatia cronica ostruttiva).

Di seguito uno stralcio della Tabella dell’Istituto Superiore di Sanità aggiornata al 16 aprile 2020.

PatologiaPresenza
in Donne
Covid-19

decedute
Presenza
in Uomini

Covid-19
deceduti
Presenza
percent.
Media

deceduti
Ipertensione74,2 %67,6 %69,7 %
Diabete tipo II30,7 %32,7 %32,0 %
BPCO13,2 %19,9 %17,8 %
Obesità13,9 %10,8 %11,8 %
Epatopatia cronica2,6 %4,6 %4,0 %

Volendo semplificare, probabilmente queste persone non sarebbero morte con coronavirus in assenza di tali patologie. Quest’affermazione, ovviamente da prendere con delicatezza, conduce a riscoprire l’importanza della professionalità del dietista.

La patologia BPCO e l’epatite sono, spesso (ma non sempre), connessi al fumo da sigaretta [1] e all’eccessivo e continuato consumo di bevande alcoliche [2]. Le altre patologie, invece, hanno un rapporto diretto con l’alimentazione e, in particolare, col consumo di cibo spazzatura.

Per questo motivo abbiamo pensato di intervistare un dietista, il dottor Carlo Pipitone, marsalese, con studio presso l’ambulatorio di Medica.it, e presidente Commissione d’Albo Dietisti della provincia di Trapani.

dottor Carlo Pipitone, dietista

Carlo Pipitone: il consumo del cibo spazzatura frutto del libero mercato e della ricerca del profitto

Fronte Ampio : Chi si rompe una gamba va dall’ortopedico, chi soffre di cuore dal cardiologo, chi è in gravidanza dal ginecologo. Chi sono, di norma, i soggetti che fruiscono della sua professionalità in termini di genere (sesso), età, condizione socio-economica ? Quali ostacoli intravede per un’universale fruizione dei servizi offerti dai dietisti? Quando, per quali patologie, sarebbe indispensabile fruire della sua professionalità?

dottor Pipitone : I miei pazienti appartengono a quasi tutte le età e classi sociali. Vi è una predominanza dei soggetti di sesso femminile. L’ostacolo maggiore per la fruizione dei servizi offerti dai dietisti è il fatto che quasi sempre vengono erogati in regime di solvenza, cioè il costo della prestazione non è rimborsato dal Sistema Sanitario Nazionale. Seguire una corretta alimentazione è utile a tutti, lo è ancora di più in caso di patologie o di soggetti non normopeso (sottopeso, sovrappeso o obesi). Il campo d’azione del dietista è molto ampio. Molte patologie possono essere seguite dal dietista: dal diabete alla disfagia, dai disturbi del comportamento alimentare, alle patologie oncologiche, dalla nutrizione artificiale domiciliare, alla fibrosi cistica ….

Fronte Ampio : Sappiamo del ruolo del dietista in termini di cura dell’obesità o, più raramente, della eccessiva magrezza. Ma che ruolo è permesso di svolgere, oggi, al professionista in termini di prevenzione tanto dello stato di obesità quanto di patologie quali l’ipertensione e il diabete tipo II ?

dottor Pipitone : La corretta alimentazione è utile per curare le patologie, ma lo è ancor di più per prevenirle. Ipertensione e diabete di tipo II sono le “patologie del benessere” che negli ultimi anni stanno assumendo un carattere sempre più epidemico nelle società economicamente sviluppate.

Fronte Ampio : Vediamo sempre più bambini obesi perchè sono indotti, dalla propaganda spesso, a consumare molto cibo spazzatura. Come valuta e come ipotizzerebbe un serio rapporto con le istituzioni scolastiche, sin dal primo ciclo elementare? Chi dovrebbe fare il primo passo per sviluppare tale rapporto? Il MIUR, il singolo dirigente scolastico, gli ordini delle professioni sanitarie?

dottor Pipitone : Il problema è così grande, specie nelle regioni del sud Italia, che ogni istituzione dovrebbe impegnarsi per prevenirlo. Anche nel caso dell’obesità la cura migliore è la prevenzione. Sicuramente il luogo migliore per fare educazione alimentare ai ragazzi è la scuola. L’approccio non dovrebbe essere estemporaneo, legato a singole iniziative dei dirigenti scolastici, ma pianificato dal MIUR, magari con il supporto degli ordini delle professioni sanitarie.

Fronte Ampio : La prevenzione si fa anche con una giusta conoscenza di elementi culturali quali “razione giornaliera” (di sodio, di zuccheri, di carboidrati in generale, di proteine, ecc). Ma quanti conoscono tale importanza e quanti leggono le etichette e le comprendono? Cosa si può e dovrebbe fare in proposito, secondo lei per evitare di consumare troppo cibo spazzatura?

dottor Pipitone : Le etichette alimentari sono scarsamente comprensibili per il cittadino medio. Ci sono delle etichette particolari, a “semaforo”, che rendono più facile interpretare le informazioni nutrizionali delle etichette. Purtroppo l’Italia non le adotta e si batte in Europa per evitare il loro utilizzo. Il tutto è finalizzato alla difesa di alcuni prodotti nazionali come ad esempio la famosa crema di nocciole, che verrebbe penalizzata da un’etichetta che evidenzia gli eccessi di grassi e zuccheri semplici di questo prodotto.

etichette-a-semaforo
esempio di etichettatura “a semaforo”

Fronte Ampio : Non ritiene che la prevenzione, svolta dal dietista o dalla semplice etichetta sul prodotto, sia insufficiente? Non ritiene utile che la politica intervenga per regolamentare la produzione di alimenti industriali secondo, ad esempio, confezioni mono-porzione, o, ancora, con limiti restrittivi sulla presenza in termini percentuali di sodio e dolcificanti aggiunti (zucchero, ect)? Gli ordini delle professioni sanitarie, cosa fanno o potrebbero fare in proposito?

dottor Pipitone : Sicuramente l’intervento della politica avrebbe un impatto positivo nel campo della prevenzione. Disincentivare la produzione del “Junk food” cioè del cibo spazzatura ed adeguare le porzioni dei prodotti alimentari alle esigenze nutrizionali dell’uomo moderno sono dei provvedimenti auspicabili. Anche gli ordini delle professioni sanitarie, in quanto enti pubblici, possono svolgere un ruolo attivo nell’ambito della tutela della salute.

Fronte Ampio : Per contrastare il fumo della sigaretta, attivo e passivo, si è intervenuto, da anni, col divieto della pubblicità e con l’apposizione di formule ed immagini dissuasive (può nuocere alla salute, può indurre al tumore, ect). Personalmente, come valuta tale ipotesi riferita ai prodotti ad alto contenuto di sodio (le patatine industriali, ad es.) o di zucchero (aranciate, coca cola ect)? Che ostacoli intravede su tale proposta?

dottor Pipitone : Ridurre l’apporto quotidiano di sodio e degli zuccheri semplici ridurrebbe drasticamente l’incidenza delle patologie di cui abbiamo parlato in precedenza. Gli ostacoli sono quelli del libero mercato e della ricerca del profitto che spesso sono in contrasto con la salute delle persone e dell’ambiente.

Il Covid-19, come tutte le patologie, si vaccinano con la Prevenzione

Il dottor Carlo Pipitone ha centrato il problema. La politica italiana, tanto quella liberista quanto quella populisto-sovranista, preferiscono farci ammalare di obesità, di ipertensione, di diabete per poi venderci la cura a base di farmaci vari piuttosto che prevenire la malattia.

Nascondersi dietro il libero mercato o la tutela del made in italy è un modo come un’altro per non fare l’interesse della popolazione.

Le posizioni politiche italiane, quando si è cominciato a parlare di una “tassa sulle zucchero” sono state semplicemente : Per Matteo Salvini « è una roba da matti », per Matteo Renzi una follia.

E’ troppo facile, poi, recludere a casa i cittadini dietro la paura – ad esempio del Covid-19 -, da parte di chi è colpevole di mancata attuazione di politiche di prevenzione.

A proposito soprattutto di ipertensione e cibo spazzatura (il cibo industriale, in particolare) ne scrissi in “I complici del Coronavirus sono anche a casa tua !”.

Non lo dice però solo un blogger, ma lo dicono … gli scienziati !

Al convegno “Obesità e Disturbi del Comportamento Alimentare”, il dottor Francesco Branca, Direttore Dipartimento della Nutrizione per la salute e lo sviluppo OMS, sostenne una serie di punti da attuare per attuare la prevenzione delle patologie attraverso la cura dell’alimentazione:

  • la promozione, protezione e supporto dell’allattamento al seno;
  • Ridurre la promozione attraverso i media tradizionali; liberare gli ambienti scolari dalla vendita attraverso i distributori automatici;
  • l’uso di politiche dei prezzi, come ad esempio l’imposizione di tasse e accise su bevande e alimenti a elevato contenuto di grassi e zuccheri;
  • l’uso di etichette interpretative;
  • la creazione di infrastrutture che favoriscano l’attivita’ fisica nel tempo libero e incoraggino forme di trasporto attivo;
  • adeguato counselling sulla dieta e l’attivita’ fisica.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità chiede la tassa sullo zucchero

In Italia entrerà in vigore da ottobre una “tassa sulle zucchero”. Ma eccessivamente bassa : 10 centesimi al litro sopra i 25 grammi. Negli altri Paesi non è prevista la soglia dei 25 grammi. Nei Paesi dove è stata attuata, i produttori di bevande addizionate da zucchero (la stessa aranciata Fanta) oggi inseriscono meno zucchero rispetto ai Paesi dove questa non è tassata.

39 grammi di zucchero (8 cucchiaini) stanno nella lattina da 330 ml. di Fanta venduta in Italia. Invece, 21 grammi (4 cucchiaini) in quella venduta in Francia ed appena 15 grammi di zucchero (3 cucchiaini), Paesi dove esiste – come in Svezia, Norvegia, Portogallo, ect – la “tassa sulle zucchero”. Lo evidenzia una bella inchiesta di Milena Gabanelli per la rubrica Dataroom del Corriere della Sera.

La tanto decantanta Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), sin dal 2016, chiede « politiche fiscali che determinano un aumento di almeno il 20% del prezzo al dettaglio delle bevande zuccherate » al fine di combattere l’obesità (ne è colpita il 39% della popolazione oltre i 18 anni) e il diabete di tipo 2. Al contrario, propongono « sussidi per frutta e verdura fresca che riducono i prezzi del 10-30% possono aumentarne il consumo ».

« Numerosi Paesi – conclue il comunicato del WHO – hanno adottato misure fiscali per proteggere le persone da prodotti nocivi. Tra questi, il Messico, che ha applicato un’accisa sulle bevande analcoliche con aggiunta di zucchero e l’Ungheria, che ha imposto un’imposta sui prodotti confezionati con alti livelli di zuccheri, sale o caffeina ».

E l’Italia ? Sta chiusa in quarantena in attesa della nuova pillola salvifica.

—

Note :

Credits : Photo by Robin Stickel on Unsplash

[1] Tra i fattori ambientali, numerosi studi indicano che il principale fattore di rischio per lo sviluppo della BPCO è il fumo di tabacco, in particolare quello di sigaretta (meno quello di sigaro e pipa), che accelera e accentua il decadimento naturale della funzione respiratoria. Anche il fumo passivo può contribuire parzialmente allo sviluppo della malattia, in quanto favorisce l’inalazione di gas e particolato. Gioca un ruolo determinante anche l’esposizione a polveri, sostanze chimiche, vapori o fumi irritanti all’interno dell’ambiente di lavoro (per esempio silice o cadmio).

[2] L’epatite alcolica si verifica generalmente nei soggetti che consumano grandi quantità di alcol per molti mesi o anni. L’alcol, dopo essere stato assorbito dal tratto digerente, viene trasformato (metabolizzato) nel fegato. Durante la sua metabolizzazione si formano sostanze in grado di danneggiare il fegato.

Archiviato in:Pandemia Sars-Cov-2 Contrassegnato con: alimentazione, coronavirus, intervista

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No al green pass della vergogna

Ai Sigg. Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera

Sig.ra/Sig. Presidente,

da oltre un anno e mezzo il popolo italiano subisce limitazioni radicali a diritti e libertà considerate fondamentali dalla Costituzione, dalla Cedu e dalla Dichiarazioni dei diritti fondamentali dell’uomo.

Se accettiamo che i principi fondamentali dello Stato di diritto possano essere sospesi oggi, in nome della gestione della pandemia, dobbiamo sapere che stiamo consegnando al futuro la possibilità di prendere direzioni diverse dalla democrazia in nome di qualsiasi altra minaccia che dovesse presentarsi, di origine umana o naturale

Il green pass colpisce una categoria di persone che esercita una libertà costituzionalmente garantita [non vaccinarsi], che viene penalizzata in quanto tale, per via di una propria qualità personale, di una propria condizione e di una libera scelta

Il “green pass” della vergogna viola:

  • l’articolo 1 della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione,
  • gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana,
  • l’articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE,
  • l’articolo 2 e 7 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo,
  • l’articolo 14 della Convenzione Europea sui Diritti Umani,
  • l’articolo 10 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea,
  • e, infine, la Risoluzione 2361 del Consiglio d’Europa approvata il 27/01/2021 che, al punto 7.3, vieta ogni forma di discriminazione per chi scelga di non vaccinarsi.

Le ragioni emergenziali non possono essere utilizzate come scudo per sospendere e annullare diritti considerati intangibili dai Padri Costituenti e dalla comunità internazionale

Pertanto, si chiede che l’emergenza sanitaria sia affrontata senza derogare di un passo dal percorso della civiltà del diritto.

**la tua firma**

Questa petizione è chiusa.

Data di scadenza: Sep 10, 2021

Firme raccolte: 440

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